Qualcuno potrebbe erroneamente pensare che quello rappresentato il giorno 28 novembre a Campogalliano sia stato “solo” uno spettacolo, una rappresentazione artistica sì forte, importante, attuale, ma un’opera. Un’opera che fa riflettere, che manifesta e che concretamente raccoglie fondi e denuncia. Ma come tutte le grandi opere che si fanno prima manifesto poi documento, “Solo Passi” travalica la nobile natura dell’intrattenimento e sfoga sui presenti tutta la sua forza e si fa manifesto del desiderio turbato e malato, della violenza che deturpa trasformandosi essa stessa in musa sbagliata che ognuno di noi DEVE rifiutare.
Pubblicato da Anuar Arebi su Mercoledì 29 novembre 2017
Un rifiuto totale, sicuro, senza giustificazioni che è prima un gesto umano,culturale, consapevole e poi politico, come conclude il grido rabbioso dell’ultimo atto.
Pubblicato da Anuar Arebi su Mercoledì 29 novembre 2017
Intenso, elegante e a tratti crudele, si fa spazio pian piano e intelligentemente tra le pieghe della nostra anima, quella più oscura ma, forse, più ricettiva. Quella che si “accende” quando parliamo di pornografia, di roba scabrosa.
Regolare nel suo fluire, sempre in tensione e mai banale pur essendo estremamente diretto. Non c’è stato alcun bisogno di “interpretare” nulla, nessun messaggio tra le righe; era messo tutto lì, nero su bianco…luce tra buio.
Pubblicato da Anuar Arebi su Mercoledì 29 novembre 2017
Da uno spettacolo che parla di violenza sulle donne ci si aspetta il messaggio di denuncia contro questi ignobili e vigliacchi soprusi ma, in realtà, il testo e le coreografie vanno molto oltre. Il sentimento più forte, quello che dovremmo provare tutti – anche senza bisogno di spettacoli mi sia concesso – è la vergogna. L’ho sempre pensato e il fatto che sia stato indicato come punto centrale anche dalla presidentessa dell’associazione Vivere Donna Onlus a fine spettacolo, mi ha fatto pensare di essere sulla strada giusta. Non devi essere uno stupratore per provare vergogna (sentimento che tra l’altro 9 volte su 10 non viene nemmeno citato): dobbiamo provare vergogna per l’imbarazzo e il trauma che troppe donne (e anche tanti uomini) sono costretti a subire davanti all’indifferenza, all’ingiuria, al dubbio. Noi ci vergogniamo di avere un telefono vecchio, ma non proviamo vergogna per aver acquistato un giornale che scrive “Prostituta uccisa”, “Drogato trovato morto” o “Il raptus di gelosia è alla base dell’efferato delitto di una città qualunque”.
Pubblicato da Anuar Arebi su Mercoledì 29 novembre 2017
Mi sono permesso di fare alcuni scatti per fermare quei momenti intensi e sublimi. Vorrei citare ogni Donna che ha partecipato allo spettacolo per complimentarmi e ringraziarle una ad una ma, ahimè, non le conosco. Però sono certo che i potenti mezzi digitali faranno sì che sappiano 🙂
Pubblicato da Anuar Arebi su Mercoledì 29 novembre 2017
Fatelo girare così il mio pensiero arriverà ad ognuna di loro.
E’ stato un’esperienza commovente che porterò sempre nel cuore e nei gesti.
Grazie.