reagire v. tr. [comp. di re– e agire] (coniug. come agire). – Propr., agire in risposta ad altra azione e in senso contrario. Vocabolario on line Treccani.

E’ così che succede in un momento di difficoltà: succede di avere intorno persone che attendono una nostra pronta reazione, una dimostrazione immediata di coraggio e forza. 

Quante volte ci siamo sentiti dire di “tirare fuori le palle” e a trasformare quello che di diritto è un momento di debolezza in un ricordo? Quante volte ci siamo sentiti dire: “Adesso basta, è ora di reagire!“.

Essere sempre felici, attivi e pieni di entusiasmo, è un’idea ormai talmente diffusa e acclamata, che chi si sofferma un po’ più a lungo nel proprio dolore, per elaborarlo, per capirlo, rischia di sentirsi in colpa. 

C’è un mondo che non accetta l’elaborazione del dolore: accettiamo di buon grado – e un buon supporto digitale – un paio di settimane di vacanza, magari in un luogo esotico, ma un paio di settimane per elaborare un trauma (che non sia fisico e diagnosticato da una struttura sanitaria) non è contemplato. Questa cosa l’ho sempre trovata quanto meno bizzarra. 

E’ da quando Henry Ford rivoluzionò i rapporti tra azienda e classe operaia che ci siamo presi del tempo per staccare, per cercare di rilassarci dalla vita frenetica del lavoro, concedendoci periodi di vacanza più o meno lunghi.

Ma quando subiamo o un grave colpo, un lutto, una separazione, la rielaborazione e il tempo per restare con il nostro dolore non ci è concesso; non solo in termini burocratici ma, ben più grave, in termini sociali.

L’apparenza ha preso talmente tanto il sopravvento che non è più possibile concedersi un tempo prolungato di dolore. Una separazione, o la perdita di una persona cara, non concedono due settimane di stacco dal lavoro, sarebbe impensabile.

La legge da questo punto di vista di certo non aiuta, infatti la normativa nazionale prevede che i lavoratori abbiano diritto a TRE giorni lavorativi all’anno di permessi per lutto familiare o per grave infermità di un parente entro il secondo grado…

Ma come è possibile? Posso andare 10/15 giorni a tirare freccette in uno stupidissimo villaggio turistico all inclusive, e non posso avere le stesse giornate in caso subisca un colpo del genere!? Abbiamo un problema…

Il lutto – e non solo – rivoluziona profondamente la nostra vita, perdiamo punti di riferimento e, la confusione è totale. Pensare di riuscire a ritornare sul posto di lavoro dopo tre giorni non sempre è una soluzione efficace.

Ognuno di noi è portato a pensare che, in realtà, tornare velocemente in mezzo agli altri, nel nostro quotidiano, sia più efficace che restare a rimuginare sull’accaduto.

Ma questo avviene perché la nostra cultura ha bandito, di fatto, la sofferenza e tutte le sue declinazioni.

Nelle culture orientali il lutto e il dolore sono introdotti fin dai primi anni delle scuole: si riflette ogni giorno sul tema della scomparsa, non per instillare un senso di angoscia ma, al contrario, per sottolineare l’unicità di ognuno di noi.

REAGIRE

Reagire è importantissimo, ma dobbiamo avere gli strumenti adeguati per farlo, altrimenti rischiamo di vivere ancor più confusi e disorientati.

Nonostante l’India sia uno dei paesi più popolati del mondo e dove la competitività sta superando quella statunitense, vige un ottimismo invidiabile.

Le mamme indiane considerano questo che stiamo vivendo, il momento migliore per mettere al mondo dei figli, considerando quest’epoca un’epoca dalle mille opportunità. Coraggiose!

Possono fare ciò che i loro antenati potevano solo sognare, l’istruzione è una delle migliori del pianeta e l’occupazione è in continua crescita.

Anche loro subiscono, esattamente come noi, forti traumi e grandi perdite, ma nonostante questo hanno saputo reagire con grande ottimismo, grazie ad una cultura che li ha aperti alla “conquista” del dolore. Basti pensare che nei riti induisti il lutto dura 13 giorni! 

Reagire è fondamentale, ma dobbiamo concederci tempi ragionevoli e non avere paura di manifestare il dolore perché anch’esso è reazione. 

Spread the word. Share this post!

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *