DA CHE PARTE ANDIAMO?
Quante macerie possono esserci lungo il tunnel che dobbiamo attraversare per vedere “la luce”? Non solo macerie materiali, ma anche psicologiche. Al termine di questa infelice avventura, così subdola e terrificante da metterci uno contro l’altro, prevedo un’ondata di divorzi, di litigi, di distacchi, di distanze incolmabili.
Spero davvero di sbagliare, spero in una clamorosa smentita ma, se così non fosse, almeno avrò creduto di essere preparato. Potrò dirmi un giorno, “Me l’avevo detto“.
In seguito alle ulteriori sofferenze, vissute fianco a fianco, in questa “quarantena” ambigua e a tratti dogmatica, con persone alle quali un tempo avevamo giurato amore, amicizia, rispetto, avremo altri crolli, altre crisi…altre macerie. Macerie che dapprima avremo necessità di smaltire, poi di comprendere e, forse, lasciarcele alle spalle. Un altro tassello che si insinuerà nel nostro passato e che, purtroppo, ci farà vacillare nel nostro futuro “presente”.
Non c’è pace laddove il passato è ciò che dobbiamo curare, il presente la redenzione e il futuro la terra promessa. Non c’è la felicità “quando finalmente sarà tutto apposto”. Tutto apposto è un ossimoro, un fantasma. Non è così. La vita è quella che è, ogni giorno, ogni istante, con la meraviglia e le tenebre, con l’amore e la guerra.
COME SALVARCI? SEMPRE CHE SIA POSSIBILE
Michel Foucault sosteneva che l’uomo moderno avesse la possibilità di concepire la sua intera vita come una grande e sensazionale opera d’arte. La sfida non è quella zen di trovare – o ritrovare – se stessi, ma quella di inventare se stessi. Ogni volta!
Ogni decisione, azione o pensiero ci porta a creare: la nostra vita è una nostra creatura. Siamo noi che scegliamo ciò che vogliamo essere, nessun altro; la creatività è uno stato mentale che dobbiamo imparare ad applicare ad ogni gesto. Certo non dobbiamo diventare tutti così “borderline” nel raccontarci, ma è la modalità che risulta accattivante: applicare una visione creativa ad ogni aspetto della vita, anche nella tragedia.
Pensiamo sempre a ciò che facciamo come ad un atto di creatività. Non importa se ci accingiamo a scolpire un’opera monumentale di marmo travertino, se ci dilettiamo a cucinare la torta della nonna o a sistemare il cassetto dei calzini, ogni gesto deve diventare parte di un’opera d’arte. Noi stessi siamo l’opera d’arte. Forse…
Keypoint: non cercare te stesso. Inventa te stesso, ogni giorno.