Sulla natura stessa della felicità non si riesce a trovare un accordo, e le spiegazioni dei saggi e del popolo sono inconciliabili. (Aristotele)

Per riflettere è necessario iniziare sempre da una domanda. Bisogna anche scriversela e prenderne nota, perché il tempo cancella tutto, ed è un vero peccato. La scrittura è testimone, un legame vero che unisce noi e i nostri pensieri. Non solo. E’ una dichiarazione d’amore nei confronti dei nostri pensieri e delle nostre idee. 

Per vivere occorrono delle motivazioni. Le motivazioni sono le batterie. La motivazione è l’energia che muove il nostro essere nonostante la stanchezza, la guida che ci indica il cammino. Ognuno di noi, prima o poi, persegue tre obiettivi senza sapere che sono solo chimere: illusioni effimere generate dall’ambizione. La prima delle 3 grandi illusioni è la ricerca della vita perfetta. Ricercando la perfezione dimentichiamo che, in realtà, la vita è imperfetta. Proprio come la mia scrittura a mano con la stilografica a piuma. La vita, amico mio, è quella che è, non quella che vorremmo che fosse. 

Alla ricerca della felicità

La ricerca della felicità, del successo (e della perfezione) è all’origine di grandi fardelli: tristezza e ansia. Restiamo così concentrati ad inseguire il successo che, puntualmente, non ci godiamo il cammino; e cosa ne ricaviamo da questa ricerca estenuante della felicità? Una permanente prigionia da ansia. Questa ricerca di perfezione suscita un’angoscia che non ci fa godere di tutta l’imperfezione che abbiamo intorno a noi.


Di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici.


Una corsa impetuosa che, alla fine, ci fa scoprire di non aver vissuto affatto e compare la tristezza. Cerchiamo talmente tanto la felicità che otteniamo l’effetto contrario e inneschiamo una crisi interiore. Rabbia, ira e odio si impossessano di noi fino ad offuscare mente e cuore. La logorante malinconia ci domani trasformandosi, via via, in senso di colpa, vergogna e paura

Per vivere serenamente bisogna essere molto bravi a contestualizzare; un’opinione non è un fatto. Lascia perdere la felicità e cerca la libertà. Concentriamoci sulla serenità che ci possono dare le piccole gioie di ogni giorno, basta una doccia calda a lume di candela, un sorriso, una gesto di gentilezza ricevuto o donato. Cerchiamo la felicità senza sapere cosa sia e in cosa consiste; se nessuno sa dire cosa sia veramente, è perché nessuno l’ha mai provata…credo. Le gioie sono limitate nel tempo, la felicità invece ci illude di una condizione duratura nel tempo. Se così fosse, giunti alla felicità “suprema”, non dovremmo desiderare altro. Il corpo e la mente proverebbero una tale soddisfazione e un così forte appagamento, che non faremmo altro. Moriremmo. E’ forse questa la felicità? 

Il tempo passa, la felicità anche

Felicità e gioia, per quanto intensi, sono e restano momenti effimeri. E’ fondamentale che ognuno ne sia consapevole perché questa consapevolezza serve a proteggere noi e la nostra motivazione. E i ricordi? Anche il ricordo dei bei momenti passati è fonte di piccole gioie. Forse l’immaginazione ci può aiutare? Certo! A volte, però, fantastichiamo troppo e perdiamo di vista di dettagli che ci consentirebbero di godere la vita giorno dopo giorno, istante dopo istante. 

L’esperienza ci insegna che riuscire, nella vita, significa essere liberi di fare quello che si vuole e vivere in modo conforme ai propri ideali e valori. Lavorare, guadagnare e “realizzarsi” economicamente è importante, non c’è dubbio, ma sappiamo che il lavoro perfetto non esiste e che, quindi, non è necessario ipotecare la vita facendo un mestiere che non ci piace. La libertà è la nostra fonte più pura di felicità. 

Esistono molte forme di successo, ma solo una è quella che conta davvero: quella che vale per te. Non è la quantità di soldi, ma come li realizzi, non è il numero di contatti, ma la loro qualità. 

A tale proposito, sarebbe sempre opportuno pensare in termini di piccoli traguardi, senza dimenticare che sono limitati nel tempo. Siamo imperfetti, per questo capita di provare rabbia: è uno dei primi sintomi di imperfezione. L’imperfezione va accettata come risorsa che aiuta a crescere e a capire. Per crescere occorre molta umiltà che ci aiuta a migliorare quotidianamente. 

L’imperfezione è un fatto: è ciò che capita e non possiamo sfuggirle, ma può diventare una grande opportunità, dipende dal nostro approccio. Cerchiamo il successo, la felicità, la perfezione e paghiamo questa forsennata ricerca con stress, fallimento e depressione.

Keypoint: la vita è imperfetta e va presa e vissuta come tale. Per questa è favolosa.  

 

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