Se dovete strimpellare, fatelo come si deve. Imbracciate una Gibson a Memphis e andate a lezione dai migliori chitarristi al mondo: sarà un ricordo indelebile…e avrete una chitarra strepitosa, un vero pezzo da collezione! 🙂

Le cose cose, nella vita, bisogna guadagnarsele. Di certo non vi mettereste a suonare il “Girotondo” con uno Stradivari, o “Nella vecchia fattoria” con una Gibson Les Paul. Comprare una chitarra di valore è un rito di passaggio, conquistato al prezzo di interminabili ore di esercizi e di innumerevoli ripetizioni del riff di Mannish Boy del grande Muddy Waters. Con quella costanza e quello spirito. 

Chitarra sì, ma a Menphis! 

Solo quanto sarete in grado di dominare senza esitazioni scale pentatoniche, arpeggi e accordi potrete mettere da parte gli strumenti da apprendimento e investire i risparmi di una vita per una chitarra degna di questo nome. Potreste rivolgervi a un negozio, ma se puntate all’acquisto epico e definitivo perché non andare alla fonte, ovvero presso la fabbrica Gibson di Memphis? Certo, il Tennessee non è dietro l’angolo, ma volete mettere l’emozione di saggiare le corde del vostro capolavoro a pochi passi dai bar di Beale Street dove B.B. King muoveva i primi passi nel magico mondo del blues? Chitarra e Blues…wow!

Iniziate con un tour della fabbrica, dove tutti gli strumenti – inclusa la Lucille, il modello ispirato alle chitarre più amate da B.B. King – vengono assemblati con cura maniacale da una squadra di mastri liutai. Poi, prima di tornare a casa col vostro tesoro faticosamente guadagnato, prendetevi una serata per assistere a un concerto blues e vedere come i grandi della chitarra usano la loro Gibson: si dice che i migliori siano al Wild Bill’s, a Vollentine Avenue, uno degli ultimi juke joint della città.

Visto che ora possedete una chitarra da sogno, vale la pena fare un salto all’incrocio tra la Highway 61 e la Highway 49, a Clarksdale, 75 miglia (120 km) a sud di Memphis, dove si dice che Robert Johnson abbia venduto l’anima al diavolo in cambio di un talento senza pari. Magari lo stesso affare verrà proposto anche a voi, e potreste unirvi a una delle jam session della Memphis Blues Society, che si tengono (o meglio, si tenevano…) ogni seconda domenica del mese presso la Blues Hall di Beale Street.

Certo, di questi tempi con pandemie e casini vari, sembra un’eresia parlare di viaggi, di musica, di sogni. Ma io non smetto, non mi avranno mai i detrattori del bello, e non mi piegherò ai catastrofisti: torneremo a fare tutto, anche più e meglio di prima. 

In a sentimental mood

Si dice che Duke Ellington abbia scritto “In a sentimental mood” per calmare un litigio fra due ragazze. L’aria cominciava a farsi tesa e, durante una festa in un magazzino di tabacco, un amico di Duke ebbe dei problemi con due ragazze. La situazione non era delle migliori e non sembrava semplice sanare la situazione: in aiuto arrivò la musica. Sembra che Duke Ellington si sia messo al pianoforte e abbia lasciato parlare l’improvvisazione. Sembra che si sistemò tutto…forse, questo non lo sappiamo, ma per me quel brano ha sempre significato molto. Soprattutto nella versione incisa da Ellington e Coltrane nel 1962.

Ogni volta che ascolto “In a sentimental mood” mi ritrovo sorprese per come come si riveli una miniera unica che riesce sempre a donarmi qualcosa di nuovo. Una specie di morbido carillon che fa permette al guardo di spaziare, rimodellando il mio approccio all’ascolto. Mi tranquillizza, ammorbidisce ogni tensione, e placa anima Non è una “semplice” successioni di suoni. 

La mia versione

Mi sono permesso di costruire un mio piccolo arrangiamento alla chitarra. Ho deciso di concentrarmi sul mood senza aggiungere fronzoli, In una sorta di minimalismo armonico e melodico, per dare spazio solo al sentimento. 
Buon ascolto. 

Keypoint: non importa essere viaggiatori, grandi compositori o rock star…l’importante è godere ogni giorno di nuova musica. Sempre.

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