#99. INTELLIGENZA…UMANA
Più l’intelligenza artificiale sostituirà i cosiddetti hard skills, le competenze tecniche specifiche, più l’intelligenza umana sarà indispensabili nei rapporti e nel business.
Tutti i settori considerati, ad oggi, volano del mondo degli affari (finanza, industria e servizi) puntano ed investono sui soft skills, le abilità umane: la capacità di creare empatia, il saper risolvere problemi (l’odioso problem solving), il “saper convincere“.
Jack Ma, fondatore di quel colosso che vende più di ebay e Amazon messi assieme, che è Alibaba, parlando del futuro dell’istruzione dice che “bisogna insegnare quello che ci rende umani“. E a dare lo stesso trend è anche una ricerca senza precedenti fatta da Linkedin che, con una inversione di tendenza storica, sposta tra le posizioni più rilevanti e ricercate, non più quelle del paradigma STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), ma qualcosa di decisamente più umano.
Problem solving, pensiero critico, creatività, capacità nella gestione delle persone e capacità di coordinamento, saranno le competenze più richieste nel 2020. Non fra 50 anni…
Steve Wozniack non perde occasione nel ricordare che il suo compianto amico Steve Jobs, non fosse un abile programmatore, ma che avesse una straordinaria capacità di “parlare” con l’ufficio vendite di Apple.
La vera genialità di Jobs non è stata nell’aver scritto il software più brillante della storia, né tanto meno di aver avuto idee visionarie – che tanto piace affibbiargli più per mitologia che per merito – la vera genialità sta nel fatto di essersi immerso nei panni del consumatore, intercettando bisogni, usi e costumi e rivoluzionandone completamente la direzione. Questa è creatività, è arte, non ha nulla a che vedere con la tecnologia che è stata, “semplicemente”, il veicolo per arrivare ad un preciso obiettivo.
Jeff Bezos è letteralmente ossessionato dal cliente. Il business di Bezos non è Internet, è il cliente. Ha costruito un’azienda che mira alla copertura globale del mercato, cercando di diventare l’unico venditore online (e non solo), cercando di scavare nei sentimenti più intimi degli utenti e cercando di esaudire quanti più capricci possibili dell’essere umano.
Al di là delle sue riconosciute capacità di programmatore, Mark Zuckerberg ha saputo interconnettere miliardi di persone facendo leva su due istinti primordiali dell’essere umano: la curiosità e l’esibizionismo. Tutto il resto è contorno.
Più cerchiamo un lavoro qualificato, più ci impegniamo in progetti complessi e sofisticati, e più i nostri soft skills saranno importanti: a parità di conoscenza saranno l’ago della bilancia, sempre.
Keypoint: i lavori futuri saranno diversi, su questo non ci sono dubbi, non sarà, però, il più preparato a fare la differenza, ma chi saprà valorizzare le proprie competenze trasversali. Investiamo in empatia!