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#325. IL RISPETTO SEMPRE 

Tutti sbagliamo, io forse più di altri, ma ho una “tendenza”, una regola non scritta: cercare di parlare sempre di chiunque come si farebbe se si trattasse del proprio figlio, del proprio partner, del proprio genitore, dei propri amici più cari. Che non vuol dire paraculare, anzi, vuol dire essere obiettivi, magari severi, ma rispettosi. 

Il rispetto, per l’altrui idea, dovrebbe essere uno dei comandamenti. Non devo essere necessariamente d’accordo e il mio disaccordo può anche risultare forte e deciso, ma non dovrebbe mai prevaricare con violenza. Mai. 

Lo pretendiamo con forza, crediamo – giustamente – di meritarlo, ma cosa facciamo noi? Riusciamo ad essere rispettosi? Quando chiediamo di essere ricompensati per un lavoro con una cifra adeguata, siamo sicuri di aver fatto tutto “nel rispetto?” Siamo certi di non aver usato software pirata? Siamo sicuri di aver fatto tutto in trasparenza? Il rispetto lo pretendiamo, è vero, ma facciamo una gran fatica a darlo.

Il rispetto dovrebbe essere parte integrante di ogni rapporto: da quello che lega due amici, a quello tra persone che si amano e, ovviamente, a quello professionale. Dovrebbe essere il “volano” dei nostri gesti. Ma che cos’è il rispetto? E come si manifesta? Esiste un manifesto del rispetto? Esiste un archetipo della persona rispettosa?

Credo che rispettare significhi accogliere il nostro interlocutore senza censure. Rispetto è considerare preziose le sue opinioni, le sue scelte, i suoi errori. Soprattutto se diverse da quelle che abbiamo fatto noi. Accettare le diversità, ma senza farsi prevaricare. Ognuno ha diritto di essere ciò che è, ma è anche vero che ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di non condividere un pensiero.

Come nasce il rispetto? Innanzitutto  deve partire verso se stessi, verso la propria individualità e unicità. Il ruolo della famiglia, fin dai primi giorni di vita, è fondamentale, per gettare le basi di una autostima solita e, quindi, dell’accettazione piena e consapevole di se stessi. Solo così sarà possibile costruire una “rete” civile tra individui. Rispetteranno e saranno rispettati. 


Se è un dovere rispettare i diritti degli altri, è anche un dovere far rispettare i propri.


Questo è uno dei concetti, seppur “ruvido“, che il filosofo britannico Herbert Spencer usa per introdurre la sua teoria evoluzionistica. In realtà la sua teoria risulterà ancor più rigida, asserendo che “L’intero sforzo della natura è di sbarazzarsi dei falliti della vita, ripulendo il mondo della loro presenza e facendo spazio ai migliori.” In questo caso si parla di adattabilità, ma il concetto di rispetto non è così lontano dal paradigma dell’adattabilità.

In fondo, secondo la teoria evoluzionistica, non sopravvive il più forte, ma il più propenso e capace ai cambiamenti. Chi non ha rispetto sembra che vada avanti, grazie all’arroganza, ma così non è. Gli stronzi dei quali abbiamo già parlato in questo articolo, non avranno vita facile, tornerà l’educazione e, finalmente, si estingueranno. 🙂

Keypoint: il rispetto è come il nero, sta bene su tutto e smagrisce. 

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