Chittagong

IL CIMITERO NAVALE – CHITTAGONG, BANGLADESH

Chittagon è il maggior porto del Bangladesh e con i suoi 6.500.000 abitanti, non è difficile immaginare quale “inferno” possa essere incastonato in uno dei paesi più poveri della terra. Se aggiungiamo a tutto questo che Chittagon è anche conosciuta in tutto il mondo per essere tra i maggiori cantieri di demolizione delle grandi navi, il quadro si fa decisamente più desolante. 

Oltre 20 km di spiagge ospitano un gigantesco cimitero di navi e petroliere smantellate. Dopo aver solcato gli oceani per decenni, gli scafi arrugginiti giacciono sulla sabbia, in attesa che operai in “totale sicurezza” e vestiti con “abiti adeguati“, arrivino a smantellarli. Prima un piccolo gruppo, poi si fanno sempre più numerosi gli operai vestiti di canotta, pantaloncini e infradito. 

Ogni anno, 25 mila addetti (ma le stime parlano di oltre 200 mila!) smantellano, demoliscono e distruggono circa 250 navi provenienti da ogni angolo del pianeta per poterne rivendere i pezzi. Fin dagli anni Settanta, le imbarcazioni sono state portate qui per essere smontante e ridotte in cumuli di acciaio, cavi, viti.

By https://www.flickr.com/people/55035375@N03 Stéphane M Grueso from Madrid, Spain - https://www.flickr.com/photos/stephanemgrueso/5481416453/ Shipwreck-8, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16109112

In Bangladesh la manodopera è a buon mercato e gli standard di sicurezza sono minimi. I lavoratori, molti dei quali bambini, guadagnano poco più di un dollaro al giorno per smantellare le navi a mano, con scarsi o nessun dispositivo di sicurezza. Nemmeno i guanti. I lavoratori inalano per interminabili ore fumi nocivi senza alcuna protezione, costantemente esposti al rischio di folgorazioni, caduta dei rottami ed esplosioni innescate da petrolio e carburante residuo. 

Organizzazioni come Greenpeace hanno più volte lanciato campagne per imporre allo stato misure standard di sicurezza e di dignità più severi nei cantieri di Chittagon o per trasferire le lavorazioni in paesi più sviluppati ma, il Bangladesh, povero di risorse minerario, fa affidamento sull’acciaio ottenuto dalle navi in disuso. Per il momento non vi è alcuna intenzione di spostare l’attività in altri luoghi, né tanto meno migliorare le condizioni dei lavorati.  

Spread the word. Share this post!

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *