La terra abitua allo spettacolo “ciclico” della vita e della morte. Non c’è niente di più sublime e di più tragico di questa eterna sovrapposizione tra le forze dell’essere e le forze del non-essere.

Può sembrare crudele ad una coscienza edulcorata come quella a cui ci ha abituato il consumismo occidentale trattare il tema della morte con così tanta semplicità, ma è naturale. E non pensiamo che la nascita o che la sopravvivenza stesse non siano meno atroci o meno tragiche. Soltanto quando accetteremo il positivo e il negativo di ogni nostra necessaria esperienza terrena, saremo in grado di guardare in faccia alla realtà con occhi consapevoli e responsabili. 

Shopenhauer scrisse che “non c’è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l’intervallo“, una frase tanto semplice quanto potente e inesorabile. Non abbiamo molte alternative se non quella di goderci a pieno la nostra esistenza, senza esclusione di colpi e senza lamentarsi o, per lo meno, senza farlo prima di aver cercato con ogni nostro mezzo di migliorare la nostra condizione.

MIGLIORARE PER SENTIRSI VIVI

Ci sentiamo poveri e questo ci crea disagio? Dobbiamo fare tutto ciò è in nostro potere per migliorare quella condizione; non provare a diventare il sultano del Brunei che, con buona probabilità, non ne saremo in grado, ma impegnarsi per alzare la nostra asticella. Se ci interessa imparare a disegnare, migliorarci in cucina, correre più veloci, resistere di più in piscina o cambiare auto ogni 3 anni, diventare persone più buone, allora non abbiamo altro modo se non quello di provarci, di insistere e riuscirci. 

L’importante non è diventare il sultano, cambiare la macchina ogni tre anni o diventare campione di formula 1 – anche se nessuno ce lo impedisce – ma lo sforzo che abbiamo impiegato affinché la nostra condizione potesse migliorare. Solo così tenderemo ad essere ogni giorno più felici e consapevoli. 

Ci è stata data una certa quantità di tempo per percorrere la nostra strada, non quella di un altro. Il tempo che ci è stato concesso non deve essere sprecato, sarebbe terribile guardarsi indietro e dire “ma perché non l’ho fatto?” Qualsiasi cosa sia.

Una vita ci è stata concessa, sfruttiamola al meglio, sfruttiamola a nostro vantaggio. É nostra.

Spread the word. Share this post!

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *