CANARIE, NON SOLO RELAX
Eravamo esausti e, dopo un inverno che sembrava non voler assolutamente cessare e che stava sconfinando senza ritegno anche all’inizio della primavera, decidiamo di “regalarci” qualche giorno di vacanza, lontani dallo stress. Dove andare? Perché non andare dove, tanti anni fa – in tempi non sospetti – avevamo lasciato testa e cuore? Perché non tornare in quei luoghi che, ora, sono al centro di un acceso dibattito fatto di fughe migratorie e viaggi “esplorativi”? Deciso, Canarie, Tenerife sia! La famiglia viaggiante si prepara.
Arriva il giorno della partenza e, entusiasti come bambini prima di salire sulle giostre, ci presentiamo all’aeroporto. Due piccoli trolley che contenevano l’intero abbigliamento per tre persone e uno zaino con la reflex rappresentano il nostro armadio. Fly light 🙂
Lasciamo una temperatura inferiore ai 10 gradi e, dopo un viaggio perfetto, atterriamo là dove la temperatura si assesta tra i 23 e i 26 gradi…non sarei mai più voluto tornare già dal primo minuto in terra canariota. Ma sapevo che qualcosa (come ad esempio i miei clienti, i soldi, e tutto quello che vi viene in mente), mi avrebbe fatto desistere nel restare lì per sempre.
Usciamo dall’aeroporto e il caso ci fa incontrare Josè (lì quasi tutti si chiamano Josè), un simpaticissimo tassista che si presenta con fare gentile e accogliente dicendo che conosce solo lo spagnolo. “Perfetto! Che problema c’è!?” Finalmente posso sfoggiare il mio pessimo spagnolo misto veneto e un po’ bulgnaiṡ; ci capiamo che è una meraviglia. La parte intelligente della famiglia – mia moglie – interviene mettendo a segno un paio di uscite che giustificano pienamente lo studio dello spagnolo che ha affrontato durante l’inverno. Quasi un’ora di conversazione ininterrotta! SPETTACOLO! Ci sentiamo già a casa. Josè, canariota dalla nascita, ci racconta di quanto si stia bene e quanto la vita sia equilibrata, nonostante il traffico sia aumentato e che “los gatos también tienen coche“.
Lunga la strada principale che costeggia il mare, la luce si fa sempre più spettacolare: il sole comincia a calare, si frammezza tra le nuvole, regalandoci un tramonto sul mare mozzafiato…continuo a pensare ai motivi che mi costringeranno a tornarmene a casa. Meglio non pensarci.
Arriviamo nel nostro albergo, Hotel H10 Adeje, bellissima struttura affacciata sul mare dove, nella hall, una gentilissima ragazza ci fa capire che desidera parlare con noi in italiano…”Perfetto! Che problema c’è!? Basta togliere le S dalla parole spagnole!!” 🙂 Prendiamo la chiave, passiamo i vari corridoi e finalmente ci sistemiamo nell’ampia camera. Felici.
La gente pacata, allegra, ritmi completamente diversi dai nostri, tutto estremamente più rilassato, però sempre efficiente e tutto il territorio di una pulizia invidiabile. Non è possibile! Ci deve essere qualcosa che non va! Ma certo! La crisi…dai. La crisi ha sicuramente colpito anche qui e sicuramente molto più pesantemente che da noi in Italia. In fondo siamo su un’isola, è satura, sono tutti qui, tutti vogliono stare qui senza fare nulla. Ho deciso, scoprirò la verità e li smaschererò innanzi al mondo intero, pofferbacco!
IO: "Vado a fare una passeggiata! Voglio trovare la crisi per potermi mettere il cuore in pace e rientrare con la sicumera e l'arroganza che mi contraddistinguono in Italia!"
Lei: “Sì bravo, cerca la crisi, vai vai. Ci vediamo dopo, io vado in piscina.”
Tzè, sono capaci tutti di fare la bella vita in albergo. Ma io voglio vedere com’è lì fuori. Voglio la sofferenza, il disagio. Voglio poter tornare e dire “guardate che non è sta gran vita eh. Non si sta poi così bene e la maggior parte della gente fa la fame. Soprattutto gli stranieri. Gli Italiani!? Impossibboli! ”
A gennaio del 2018 sono andati a vivere a Tenerife due miei zii. Nemmeno lo sapevo…
“Pensionati?” Esatto. Anzi, solo lui…lei no. Ma vivono bene, dicono…sì sì, certo. Voglio proprio andare a vedere.
Andiamo a trovarli nella loro casa affacciata sul mare. Stanno una favola, ringiovaniti di 30 anni. Quasi si vergognano a raccontarci la vita che fanno.
Noi: “Dai diteci! Allora come va? Certo con la pensione è tutto più facile, ma qui, in fondo, cosa si può fare? C’è una bella crisi eh?”
Loro: “Vedi la casa?”
Io: “Certo, molto carina, finita bene. Trovata così?”
Zio uomo: “Mocchè, ci abbiamo fatto qualche lavoro.”
Io: “Ottimo, ma sono bravi qui a lavorare? O son cialtroni?” (Con mia risata antipatica e saccente)
Zia donna: “No no, sono stati bravissimi, sono tutti ragazzi italiani tra l’altro…gentilissimi e professionalissimi!”
Noi: “Come italiani? Italiani non può essere, c’è la crisi, qui ti fanno terra bruciata, nessuno farebbe mai lavorare un italiano, qui poi? Manco in Italia si lavora, figuriamoci qui…”
Zii: “Certo, anzi il ragazzo che ha messo su l’antenna, che è un altro, ce lo hanno consigliato loro…sempre intaliano. E anche i ragazzi che hanno messo su internet. Anche loro italiani.”
Gugu (innocente figliuolo): “Allora quando si mangia?” Si hai ragione piccolo…meglio mangiare.
Parlando con gli autoctoni (sì, ce ne sono…anche io pensavo non esistessero :)) o con le persone che vivono o svernano lì, ci si rende conto di quanta strada abbia fatto questo piccolo arcipelago autonomo. Lo capisci dai continui lavori di manutenzione per migliorare ogni aiuola, dall’amore che ognuno impiega nel suo lavoro, dall’impegno che ogni esercizio fa per soddisfare – senza ammazzarsi – le esigenze delle persone. Un ecosistema che si basa certo sul turismo, ma che ha nella sanità e nell’istruzione due importanti eccellenze. Basti pensare che a Gran Canaria si trova una delle accademie di robotica più importanti d’Europa!
Tenerife conta, nel suo piccolissimo territorio, due tra i parchi più importanti al mondo: il parco acquatico Siam Park considerato il miglior parco acquatico del mondo e il Loro Parque, insignito del premio come miglior zoo in Europa. Non che io ami particolarmente gli zoo, e non sono certo da considerare biglietti da visita fondamentali, ma sicuramente dicono parecchio di un territorio e del suo impegno.
Il mare sa essere impetuoso e, poco dopo, calmo ed accogliente. L’oceano è in costante movimento, ti accompagna con il suo suono durante le passeggiate sul bellissimo lungomare che, dalle spiagge di Los Cristianos, si spinge fino alla Caleta e oltre, senza interruzioni.
Il clima come tutti sanno, o meglio come tutti raccontano, è perfetto. In realtà dipende dalle zone e ci sono aree dove il clima è simile a quello di Barberino del Mugello in novembre, ma è pur vero che bastano pochi chilometri per immergersi nella costa sud dove, invece, il clima è pressoché perfetto.
Sul Teide, il vulcano più alto d’Europa, l’inverno è rigido e freddo, nevica abbondantemente e la ricca vegetazione alle pendici del vulcano ne è una bellissima ed incontaminata testimonianza.
Il territorio del parco del Teide è uno spettacolo senza eguali, non è un caso che in queste aree dall’aspetto lunare, siano stati girati “Star Wars” e “Il Pianeta delle Scimmie“. Il paesaggio è pazzesco e, con il calare della sera, tutto il turismo di massa sparisce ed è facile rimanere soli durante il tramonto, fino a godersi lo spettacolo delle stelle. Il sole cala dietro le montagne creando giochi di luce impossibili da descrivere a parole. In una delle aree con minor inquinamento luminoso d’Europa, è possibile fotografare la via lattea in tutta la sua maestosa magnificenza. Un silenzio surreale interrotto solamente da qualche folata di vento. Sembra di essere al centro dell’universo.
Ogni notte, prima di dormire, mi chiedevo cosa mi costringesse a tornare a casa…anche ora che sono a casa.