Buon anno. Si ricomincia a scrivere
Buon anno! Ricominciamo questa avventura di scrittura quotidiana, senza nessuna pretesa, senza un vero scopo, ma solo per il gusto di scrivere di tutto…o quasi. Ho iniziato nel 2018 a tenere un diario quotidiano, a scrivere un pensiero, una nota, a volte qualcosa di più; l’ho fatto ogni singolo giorno, con qualsiasi condizione fisica, morale o psicologica. Era una prova, un allenamento e poi, pian piano, è diventato indispensabile. Nel 2019 ho allentato decisamente il tiro: lavoro, progetti, qualche impedimento, ogni tanto la pigrizia mi hanno portato a restare tante settimane senza scrivere.
Vorrei non accadesse più…ma non voglio certo farlo “a tutti i costi”. Questo 2020 deve essere un anno sì ricco di cose, di stimoli, di successi e grandi sfide, ma deve anche essere ricco di tranquillità e, per quanto ne so, la frenesia degli ultimi anni preferirei relegarla al passato. Non sarà facile perché sappiamo bene tutti che il quotidiano è tutt’altro che rilassato. Sappiamo bene che un paio di giorni alla SPA a fare massaggi non sono sufficienti per affrontare un nuovo anno.
Cosa augurarsi per questo nuovo anno? Le solite cose…anche se più che aspettare che arrivi qualcosa, basterebbe che il nuovo anno non si portasse via nulla di quello che amiamo. Voglio iniziare con un piccolo racconto sufi. I sufi rappresentano la corrente più spirituale e pacifista dell’Islam e, benché io abbia ben poco a che fare con qualsivoglia tipologia religiosa, questo breve e semplice scritto, mi è sempre piaciuto. Così come molti precetti buddhisti, cristiano, scintoisti o, semplicemente, di buon senso. Perché è a quello che, nel 99% dei casi, dovremmo fare affidamento.
La saggezza
«Tutti i maestri dicono che il tesoro spirituale è una scoperta solitària. Perché allora stiamo insieme?» domandò uno dei discepoli al maestro. «Voi state insieme perché un bosco è sempre più forte di un albero solitario» rispose il maestro. «Il bosco mantiene l’umidità dell’aria, resiste meglio alla tempesta, aiuta il suolo a essere fertile, ma ciò che rende forte un albero è la sua radice. E la radice di una pianta non può aiutare nessun’altra pianta a crescere. Stare insieme nello stesso proposito, e lasciare che ciascuno cresca alla propria maniera».
Ho volutamente omettere l’ultima frase che fa riferimento a Dio proprio perché, in cuor mio, credo che la bella metafora vada al di là degli dei, della religione e dei concetti filosofici di cui la disciplina teologica è costituita. Auguri a tutti e che questo 2020 possa essere un po’ più lieve dell’anno appena passato.
Keypoint: crescere insieme per essere più forti (anche) da soli.