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#269. ACCETTARE LA FINE

Esiste un momento, per ogni essere umano, in cui ci si riappacifica con l’idea della fine, non necessariamente della morte, ma in generale di ciò che rappresenta una conclusione, la fine di un ciclo. Può durare anche un solo istante, ma possiamo viverlo e sentirlo chiaro dentro di noi. 

Io non sono un esperto di letteratura, né tanto meno di poesia, ma se dovessi descrivere quel preciso momento, mi affiderei senza indugio al sonetto “Alla sera” di Ugo Foscolo. Già dalla prima quartina si ci trova immersi in un’atmosfera di profonda meditazione e quiete; quel “Forse” iniziale è così straordinariamente evocativo e perfettamente incastonato nel dubbio che pervade ogni momento di riflessione e meditazione. E quella “fatal quïete” che va oltre la metafora della morte – seppur tema dominante – riportando la nostra mente ad accettare la fine, la chiusura. 

Alla sera

Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,

E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all’universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme

Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge

Il sonetto, poi, avanza in modo terribilmente elegante vivendo il suo apice nel cumulo dei tormenti e delle sofferenze degli uomini tutti e che, grazie allo scorrere inesorabile del tempo, troveranno il modo di dissolversi. Speranza vaga quella di ritrovare la quiete, ma un bisogno quasi primordiale di pace e meditazione. Forse composta per rispondere alle  disillusioni amorose e alle fatiche militari del tempo, rendono il sonetto un palese desiderio di equilibrio e di pace. La sera, forse, era l’unico momento designato per contemplare sull’esistenza e cercare risposte. 

Keypoint: la sera è un buon momento per contemplare.

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