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#78. L’ARTE (E LA SCIENZA) DEL DIRE NO
 
Impara tutto ciò che puoi e condividi tutto ciò che puoi.
 
Nella vita bisognerebbe essere in grado di aiutare più persone possibili, cercando di dare il meglio di sé, senza chiedere nulla in cambio. “Sì, oh, ma gratis!?
 
Capita che, raggiunto un certo livello di “credibilità”, che va oltre gli amici e il condominio, le persone che vi stanno intorno cominceranno a chiedervi aiuto: intercedere per una telefonata, qualche dritta per dei lavori, e lo chiederanno sotto varie forme. Sul lavoro ci saranno improvvisi pranzi offerti, i caffè non si risparmieranno e anche l’invito a qualche riunione di livello non vi sarà negata.
 
Tutto molto interessante, per citare Rovazzi. Essere considerati un punto di riferimento farà bene al mondo e, soprattutto, alla nostra autostima, ma quanto possiamo reggere dicendo sempre di sì? siamo in grado di dare un valore economico al nostro tempo? E quando arriva il momento di dire NO?
 
E’ una parola di una semplicità apparentemente disarmante, ma dietro a quella piccola parolina di due lettere si nasconde un’insidia inimmaginabili: il dubbio. Abbiamo già parlato di cosa comporti dire continuamente “non ce la faccio“, ma questo non vuol dire che dobbiamo dire sempre sì.
 
Renu Saran, una scrittrice indiana, grande combattente e attivista sempre in prima linea per l’elevazione economica e per i diritti sociali e civili delle donne, ha scritto un vero e proprio manuale per dire no: “Impara a dire NO se non vuoi dire sempre sì
 
Renu parte da un concetto tanto semplice quanto potente, spiegando che la difficoltà nel dire NO è dovuto principalmente dal timore di risultare sgraditi agli altri ogni volta si presenti un rifiuto.
 
Spesso stentiamo a dire no perché siamo vittima di errori di valutazione o di qualche abbaglio mentale. La prima “illusione” è quella di credere che con il nostro rifiuto offenderemo qualcuno. La realtà è che, se siamo sempre stati disponibili e continueremo ad esserlo, ponendoci dei limiti, la persone continueranno ad avere pieno rispetto delle nostre decisioni e invece di chiedere “ehi, avrei necessità di…“, ci chiederanno “Scusa, hai tempo per fare questa cosa?
 
L’essere umano è composto per l’80% di acqua e 20% di “fai che mi accettino“. E’ normale avere difficoltà nel dire di no. Soprattutto ora che, con la tecnologia, possiamo chiedere, raggiungere, sapere tutto in tempo reale. Non solo vogliamo quell’aiuto, ma lo vogliamo subito. Nella nostra mente un rifiuto si trasforma automaticamente in “ho perso un’occasione“. Probabile. Ma potrebbe anche voler dire “ho schivato una menata senza fine“.
 
Se nemmeno noi siamo in grado di rispettare i nostri tempi, come possiamo pensare che li possano rispettare gli altri? Imparare a dire: “mi dispiace tanto, vorrei aiutarti e sai che ci sono sempre, ma adesso non riesco proprio” spiegandone i motivi, non solo ci renderà più credibili ma anche più onesti, soprattutto con noi stessi.
 
L’importante è che non sia un alibi per non fare. L’importante è dire no coscientemente, perché il tempo è un bene troppo prezioso per rimpiangerlo.
 
Keypoint: nessuno ci chiede di salvare il mondo, ma abbiamo il preciso dovere di salvare noi stessi, solo così saremo un aiuto concreto per chi ci sta intorno. E ricordiamoci che una telefonata non si rifiuta a nessuno. 🙂
 
 

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