#67. SI PUO’ DIRE NON CE LA FACCIO?
“Non ce la faccio“. Nella sua apparente banalità, questa espressione ha un potere per la nostra mente inimmaginabile. Ha il potere di impedire ad ognuno di noi di realizzare i propri sogni, cimentarsi nelle proprie passioni. La realtà, anche se sembra folle, è ben diversa e le cose che realmente non saremmo in grado di fare sono pochissime.
“Non ce la faccio” è una specie di antidoto contro le paure e alcune debolezze. Usiamo questa espressione per convincerci di lasciar perdere e che non è cosa per noi. Spesso confondiamo il non ce la faccio con “non lo faccio, punto”.
Anche se di poco conto, riporto la mia personale esperienza e posso dire che a me capitava un giorno sì e un altro pure di dire “no, non posso farcela, è impossibile”. Mi capita ancora, sia chiaro, ma è decisamente più raro e governato.
Mi capitava di procrastinare, mi giustificavo dicendo che ero stanco, pensavo che lasciar perdere fosse una difesa per il mio equilibrio psichico. Poi, il giorno dopo me ne pentivo. Puntualmente. E ogni volta era la stessa storia: “Avrei potuto, avrei dovuto, ma perché non l’ho fatto”.
Mi accorsi che mi dava più ansia e tristezza il rimpianto di non aver fatto qualcosa, rispetto all’apparente pace che vivevo nel momento in cui rimandavo o rifiutavo.
Allora, un passo alla volta, ho cominciato a sforzarmi (senza violentarmi): ho cominciato a scrivere qualcosa ogni giorno. Scrivevo qualsiasi cosa, su qualsiasi argomento. Non era importante la forma, sarebbe rimasta un’attività personale, ma era allenamento. Ho cominciato a scattare fotografie, tutti i giorni; anche in questo caso non mi interessava la tecnica, ma prendere confidenza con lo strumento e vincere il rifiuto, senza giudicarmi. Mezz’ora di musica ogni giorno, anch’essa senza un un vero obiettivo. Per qualche tempo fu così, dedicavo un po’ di tempo a tutto ciò che mi appassionava e che aveva un minimo di senso per me. SI trattava di pochi minuti al giorno, ma tutti i giorni.
Inizialmente sono stati veri e propri allenamenti, nessuna velleità artistica o professionale, ed è stato difficile, non lo nascondo. Ma avevo bisogno di riprendere il controllo di ciò che facevo e che realizzavo; ci sono voluti anni e, nonostante “non ce la faccio” sia sempre dietro l’angolo, ho imparato a gestirlo valutando cosa si interpone tra me e quello che voglio fare.
E in più sono qui a scocciarvi quotidianamente con questi scritti da più di due mesi ormai, ed è un onore sapere che qualcuno li legge. Grazie, davvero. 🙂
Keypoint: uscire dal dubbio per superare gli ostacoli non è cosa semplice, esattamente come una qualsiasi disciplina sportiva, è necessario allenarsi. Molto.