Quante volte abbiamo letto articoli, editoriali, oppure visto in TV speciali sullo stress da rientro dalla vacanze? A guardarci bene sembrano sempre dare gli stessi consigli, ogni anno, ogni volta che siamo in procinto del ritorno a casa ecco che spunta, puntuale come “Una poltrona per due” a Natale, il vademecum su come affrontare questa bizzarra situazione: il rientro dalle vacanze.
STRESS DA RIENTRO: MA ESISTE?
Ma siamo così sicuri che ci sia tutto questo stress? E siamo così sicuri che in vacanza ci si rilassi davvero e si stacchi in modo netto con il mondo che avremmo dovuto lasciare a casa?
Ci si chiede se davvero ci siamo così rilassati lontani dal lavoro e dalla quotidianità oppure, come forse accade sempre di più, non si stacchi mai e, quella strana sensazione che tecnicamente viene chiamata post vacation blues, non sia in realtà una condizione che non ci ha mai abbandonato.
Secondo alcuni studi – mai verificati – 1 italiano su 10 soffrirebbe di questa “patologia stagionale”.
Ora, c’è da chiedersi se questa percentuale è da considerarsi sul totale della popolazione (circa 60 milioni di abitanti), oppure sul totale delle persone che vanno in vacanza (circa 25 milioni di persone nel 2016). Non è mai chiarito, in nessuno di questi fantomatici articoli/studi/editoriali.
Assumiamo comunque – per logica – che la nostra percentuale si riferisca al numero di vacanzieri: ecco che il totale di persone che soffrirebbe di questo stress diminuisce drasticamente rispetto al numero totale di abitanti.
STRESS DA RIENTRO: UN MALANNO “ESCLUSIVO”
Non credo che lo “stress da rientro” sia un fenomeno da sottovalutare ma, forse, sarebbe il caso di ridimensionarne l’impatto.
Tornando al ragionamento iniziale, bisognerebbe chiedersi se, in realtà, la nostra permanenza nei luoghi scelti per le vacanze, non sia stata comunque contaminata fin dalla partenza a causa di una vita piena di stress.
Quanto tempo ci vuole per cambiare un’abitudine? Nel 1960 il chirurgo plastico Maxwell Maltz definì la durata di 21 giorni per creare un’abitudine.
Questo significa che, almeno sulla carta, sono necessari almeno 21 giorni per cambiare le nostre abitudini, “dimenticare” lo stress da lavoro e le ansie quotidiane.
Secondo uno studio del Sole 24 Ore sui dati ISTAT, la durata media dei viaggi si attesta a 5,7 notti…viene da se che pensare di vivere lo stress da rientro dopo anche 7 giorni di vacanza è piuttosto bizzarro.
Sicuramente qualcuno questo stress lo vive, ma sono le persone più abbienti, quelle che possono permettersi vacanze (o viaggi) decisamente più lunghi e che, in qualche modo, riescono ad avere un’esperienza più immersiva e coinvolgente.
CONCLUSIONI
Superato un certo numero di giorni è fisiologico abituarsi, rilassarsi (anche se si continuano a ricevere telefonate di lavoro) e intraprendere una nuova routine. E allora è facile che, assimilato un nuovo mood, il ritorno complichi il rientro dalle vacanze.
Come dice lo psicologo Francesco Maxia in un interessante intervista su “Leccesette”: “Il rientro dalle ferie è la goccia che fa traboccare il vaso colmo di problemi già esistenti. Tutto qua.
Non darei una veste scientifica a qualcosa di probabile: questo stato matura per tutta una serie di angosce che diventano più pesanti quando si torna a lavorare o per il rientro in un ritmo di vita troppo stressante e insostenibile”.
Insomma, stress da rientro sì, ma i problemi sono altri.