#29. FERMATI. PRIMA DELLA FINE
 
Arrendersi: un’opzione possibile.
I grandi guru, i motivatori, i grandi del successo credo che rabbrividirebbero davanti ad un’affermazione simile…”Arrendersi!? Mai! Dobbiamo combattere per ottenere ciò che si vuole.”
 
Indipendentemente da quanto lottiamo, prima o poi tutti dovremo arrenderci. Sembra una contraddizione al concetto di “non arrenderti mai”, quasi un ossimoro, ma in realtà sono i due estremi del processo decisionale.
 
Cominciare un progetto, lavorarci duramente, oppure iniziare un percorso lavorativo, magari qualcosa che abbiamo sempre sognato e poi…non riuscire a sentirlo nostro, trovarsi a disagio. Alcune persone hanno veri e propri malesseri fisici a continuare e quei malesseri andrebbero ascoltati. Pensiamo ai ragazzi che iniziano una scuola a loro non congeniale. Insistere nel volerli tenere a tutti i costi lì perché “ormai è stato scelto” può essere deleterio e avere conseguenze per il resto della vita.
 
L’ossessione per i particolari è soffocante, così come per la fine. Non è detto che un’opera, un lavoro, o semplicemente un’idea debba essere necessariamente ben rifinita per essere perfetta.
 
Delacroix affermava che lo schizzo di un’opera è estremamente bello perché chiunque può completarlo. Anche Seth Godin, con modalità e approcci diversi, nel suo libro “Basta!” dà qualche consiglio sulla necessità di rendersi conto che, nel caso ci si trovasse in una fossa senza via di uscita, sarebbe bene arrendersi; che, nella maggior parte dei casi, significa fermarsi e cambiare strategia.
 
Michelangelo ha lasciato quattro sculture incompiute di schiavi che lottano per liberarsi dal giogo. Essendo incomplete, sono state considerate di scarsa importanza e sono rimaste per anni a languire in qualche buio angolo del Louvre.
 
Quelle opere erano un esempio dell’idea di Michelangelo di liberare le figure imprigionate, l’impressione è quella che gli schiavi stiano letteralmente lottando per liberarsi dalla pietra.
 
Quelle figure non finite ebbero un impatto emotivo fortissimo su Rodin che sentiva in esse un pathos che sarebbe venuto a mancare nell’opera “finita”.
 
Keypoint: Rinunciare, abbandonare, arrendersi non sono mai decisioni facili e prive di conseguenze, ma se risultano la cosa migliore da fare allora saremo grati a noi stessi per la decisione che abbiamo preso.
 
 

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