L’originalità non dovrebbe essere un valore assoluto, ma un percorso che, pian piano, si fa coscienza e consapevolezza. L’obiettivo non è essere originali, ma considerarsi l’anello successivo della catena creativa e cercare di spingersi sempre più in là. Prima si imparano le regole e poi si butta tutto all’aria.
Salvador Dalì diceva: “da chi non vuole imitare nessuno non viene fuori nulla“. Aveva ragione: tutti i grandi hanno iniziato ispirandosi ai grandi precedenti. Al loro esordio, molti artisti attingono a piene mani dalle opere altrui. Quando Marcel Duchamp ha messo i baffi alla Gioconda è stato estremamente originale perché fece qualcosa di insolito, provocatorio. Ma qualcuno aveva già realizzato la Gioconda. 🙂
La tecnica del dripping di Pollock non è venuta dal nulla: è riconducibile a Max Ernst e all’influenza che ha esercitato sui giovani artisti americani negli anni Cinquanta.
“Legate una lattina vuota a un filo lungo un paio di metri e praticate un foro sul fondo. Quindi riempite la lattina con la vernice e fatela dondolare avanti e indietro su una tela piatta. Lo sgocciolio produrrà linee incredibili sulla tela.” Così spiegava la sua tecnica Ernst, un metodo che diede vita a dipinti simili a Pollock, il quale decise di approfondire la tecnica e portarla ad un livello ben più elevato.
Isaac Newton contribuì in modo definitivo alla rivoluzione scientifica e al progresso della teoria eliocentrica, ma conosciamo teorie di “sole al centro di un sistema planetario” precedenti. Certo dobbiamo a Newton le leggi della gravità, ma se prima di lui non ci fossero state le intuizioni greche, probabilmente non avremmo quelle leggi.
E’ utile, quando non doveroso, utilizzare i lavori di qualcun altro come punto di partenza. Così facendo ci addentreremo sempre di più nella nostra visione, finché le intuizioni iniziali di chi ci ha ispirato non ci lasceranno, per dare spazio alle nostre, quelle visioni che faranno di noi e dei nostri progetti qualcosa di unico.