#259. AUMENTARE LA MEMORIA CON IL COINVOLGIMENTO EMOTIVO
Se fossimo in grado di farci coinvolgere emotivamente ogni volta che impariamo qualcosa, la studiamo o, semplicemente la leggiamo con concentrazione, saremmo in grado di apprendere e a conservare quelle informazioni in modo estremamente più efficace e produttivo.
“Dimmi e io dimentico; mostrami e io ricordo; coinvolgimi e io imparo”.
Così scriveva Benjamin Franklin riguardo all’insegnamento e all’apprendimento. D’accordo con questa affermazione, gli studiosi hanno notato che l’apprendimento non un processo lineare e passivo, bensì un’attività “coinvolgente” che, nel migliore dei casi, aspira all’interazione costante tra chi insegna (che potrebbe anche essere un testo) e chi impara.
Sappiamo bene che non è possibile ricordare ogni informazione che leggiamo, sentiamo o vediamo: in primo luogo la memoria dell’essere umano è selettiva, tende cioè ad immagazzinare e mantenere solo lo stretto necessario; inoltre ciò che stimola la nostra memoria e la nostra curiosità sono elementi che cambiano da persona a persona stimolando il nostro interesse im modalità molto diverse.
A molti di noi viene più facile imparare a memoria le parole di un brano di Michael Jackson (in una lingua che non è la nostra), rispetto a alle parole di una poesia di Ugo Foscolo. Al di là del gusto personale, ci troviamo sempre davanti a delle parole con una certa musicalità. Il pedagogista americano Edgar Dale ha una spiegazione per questo “comportamento” della nostra memoria, lo spiega nel libro Learning Cone (Cono dell’apprendimento). Come indicato dalla figura, secondo Dale, la sola lettura permette di assimilare circa il 10% di ciò che viene letto, il 20% se lo ascoltiamo e vediamo, fino ad arrivare al 90% di ciò che diciamo o facciamo, in pratica di ciò che mettiamo…in pratica!
Ed è proprio in questa fase del processo che viene coinvolto anche l’aspetto emotivo: esperienze su larga scala o piccoli particolari carichi emotivamente aumentano enormemente la probabilità di mantenere una data informazione, anche per molto tempo. Nuovi stimoli, esperienze diverse, sono alla base dell’apprendimento emotivo. Ecco perché, una poesia letta qualche volta in modo del tutto impersonale e, come spesso accade, decontestualizzata da un vero coinvolgimento storico e artistico, avrà meno successo rispetto al testo di una canzone: la canzone è un’esperienza vera, fatta di esperienze sensoriali che coinvolgono corpo (i nostri sensi) e mente.
Come indicato dal cono, l’apprendimento è suddiviso in due grandi fasi, quello passivo e quello attivo. Nel primo caso si tratta dei metodi standard, quelli ai quali siamo sempre stati abituati: lettura, lezioni frontali, video. Apprendimento passivo = basse percentuali di memorizzazione. La fase attiva, invece, consiste nel ripetere ciò che stiamo imparando davanti ad un pubblico, in un gruppo di studio, significa mettere in pratica quello che si sta imparando e si è imparato. Simulando esperienze, sperimentando e, soprattutto, sbagliando, si impara molto di più.
Essere coinvolti in ciò che studiamo, avvalerci di tutti i sensi, ci permette di migliorare non solo la memorizzazione, ma anche la comprensione di ciò che leggiamo e studiamo.
Keypoint: anche questa volta i bambini ci possono aiutare…proprio come loro simulano esperienze, così dovremmo fare anche noi. Magari facendo finta di dover spiegare ad una platea ciò che abbiamo letto, fosse anche la presentazione di un progetto ad una riunione.