#252. COME NASCE UN’OPERA?

Una delle domande più semplici e sofisticate al tempo stesso in tema di arte, e non solo, è sicuramente “ma come è nata quell’opera?” “Come è venuta l’idea? E quale è stato il processo per raggiungere quel risultato?”

Come matura il sogno di un’opera? Anche per gli studiosi di neuroscienze resta tra i più misteriosi, sfuggenti e affascinanti dei processi che il nostro cervello è in grado di fare. Si direbbe che si sviluppi indipendentemente dal nostro controllo e che siano pochi, in realtà, gli stimoli culturali, paesaggistici o di altra natura. Sembra che l’ispirazione non sia così fortemente legata a ciò che facciamo, che leggiamo e alle esperienze. Gli artisti più grandi e, riconosciuti come tali, hanno in realtà avuto esperienze non più straordinarie di uno dei tanti turisti seriali del nostro tempo, hanno visitato meno mondo, non avevano internet e la realtà dalla quale attingere ispirazione era decisamente più “piccolo” di quella che ci siamo ritrovati noi, nell’ultimo secolo.

Eppure hanno realizzato opere straordinarie, tutt’ora attuali e irraggiungibili…come è possibile? Ogni giorno che ci viene donato su questa terra, c’è un “guru” pronto a farti il pippone su quanto è importante fare esperienze, leggere (Dio mio quanto devi leggere…quasi quanto devi bere), viaggiare, e fare incontri e bla bla bla. Ma davvero i grandi hanno letto così tanto per arrivare alle loro straordinarie opere? Michelangelo Merisi morì a 39 anni e buona parte della sua vita la passò scappando per non essere giustiziato dopo un omicidio…avrà davvero avuto il tempo di leggere, di viaggiare, di farsi i selfie con gli amici? 

Tutto sembra nascere dal nostro subconscio, da quel sostrato puro che è la nostra anima, laddove l’idea si forgia all’interno delle pareti della stessa. E’ questo, forse, che rende ogni opera – ed ogni essere umano – unico e irripetibile. 

Keypoint: comunque leggere è fondamentale, mi raccomando! 🙂