Djenné

LA GRANDE MOSCHEA DI FANGO A DJENNE’ – MOPTI, MALI

Nel 2014 la grande moschea di Djenné ha subito danni alle mura e ha dovuto subire un intervento di ristrutturazione dai membri della comunità. L’accaduto non ha destato alcuna preoccupazione: la cosa capita, puntualmente, ogni anno da 111 anni! 

Come centinaia di altri edifici della città, la moschea è fatta di fango! Djenné infatti è chiamata “La città di fango” e, per questo motivo, nel 1988 il suo centro è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. 

Fu costruita nel 1907, ma lo stile architettonico della città risale al XIV sec. Per costruire gli edifici, i muratori del luogo plasmano mattoni di adobe (l’impasto di argilla, sabbia e paglia essiccata al sole utilizzata da molte popolazioni in ogni epoca per costruire mattoni), li fanno asciugare al sole e li impilano per erigere le pareti. Uno strato di fango copre il tutto per ottenere una superficie liscia e una migliore stabilità. 

Gli edifici sono robusti e spesso enormi – la grande moschea può contenere fino a 3000 fedeli – ma vulnerabili agli agenti atmosferici. La pioggia, l’umidità, i repentini cambi di temperatura provocano crepe ed erodono pareti e tetti. I muratori di Djennè si uniscono regolarmente e riparano la moschea per impedire dei crolli. Una attività che ormai va vanti da oltre 100 anni e che fa parte della tradizione della regione di Mopti. Una tradizione che avvicina tutta la comunità e che, nel tempo, ha rafforzato il rapporto tra urbanizzazione e popolazione. 

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