accontentare

#139. ACCONTENTARE GLI ALTRI

Non conosco una via infallibile per il successo, ma soltanto una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti“.

Così scriveva Platone tra il 400 e il 360 a.c. 

Tra i milioni di errori che ho fatto nella mia vita sia professionale che privata, uno in particolare mi ha sempre creato più problemi di altri, ed è proprio quello al quale fa riferimento il nostro Platone: voler accontentare tutti. Cosa c’è di male nel voler soddisfare le esigenze altrui? Soprattutto in campo professionale, molti di noi sono votati alla soddisfazione del cliente.
Per citare un indimenticabile Alfonso Tomas: “La sua soddisfazione è il nostro miglior premio.

Ma proprio come nel film “Vieni avanti cretino“, così nella vita reale, cercando di prendere da tutte le parti, con il tempo, si rischia di venire inghiottiti da un vortice senza fine e il pozzo senza fondo dell’insoddisfazione diviene sempre più avido di monete riducendoci, come nel film appena citato, delle macchine impazzite. 

Non voglio certo demonizzare questo comportamento, anzi, è giusto cercare di rendere felici gli altri, stare vicini agli amici, accontentare i nostri clienti, ma il rischio di perdere il controllo è molto elevato e il passo tra l’essere altruisti e presenti e l’essere percepiti come “scontati” è molto breve. Tutto nasce da bambini, quando inizia l’età scolare e, scuola e famiglia, ci “inglobano“. Nel bene o nel male cerchiamo di farci accettare, cerchiamo di risultare bravi – o ribelli – agli occhi dei genitori e dei maestri. Per un lasso di tempo piuttosto lungo, bravo/ribelle hanno lo stesso denominatore comune, farsi ascoltare, essere notati. Quindi, se avete figli ribelli, in età adolescenziale o preadolescenziale, sappiate che nella maggior parte dei casi non saranno futuri gangster, sono solo ragazzi che devono esprimere la loro presenza in quel modo. Vogliategli bene e basta, tutto il resto verrà da sé. 🙂 

Coloro che sono sempre attenti ad accontentare gli altri a scapito del loro benessere e delle proprie idee, dovrebbero ricordare – me per primo – che non è sempre altruismo quello che ci muove ma, al contrario una delle tante facce dell’egoismo. L’egoismo non è una semplice moneta con due facce, quella buona e quella cattiva, credo sia più verosimilmente un dodecaedro, con tante facce e che mutano a seconda della persona che lo manipola. La necessità di essere al centro dell’attenzione, anche solo per un momento, ci porta ad essere accondiscendenti, disposti a sacrificare un nostro momento, pur di apparire disponibili e accontentare i desideri altrui.

A causa di questo “egoismo” – o diversamente altruismo – esiste un rischio ben più subdolo che è quello di perdere tutte le nostre energie per realizzare un nostro progetto. Quante volte abbiamo procrastinato una nostra attività perché avevamo detto di sì ad un amico, cliente, parente? E quante volte quel sì ci è costato uno spostamento nel tempo a causa di stanchezza o mancanza di risorse fisiche, psichiche e materiali? Tutto questo porta ad un grado di frustrazione che, a lungo andare, ci potrebbe trasformare nell’esatto contrario o, peggio ancora, ingabbiarci in un loop dal quale è impossibile uscire. 

Di una cosa sola possiamo essere certi: è una questione di scelte. Le nostre decisioni saranno sempre sbagliate per qualcuno o giuste per qualcun altro. Ognuno di noi sa che è impossibile accontentare tutti. Così è la vita: ciò che è ottimo per qualcuno è pessimo per altri. Dobbiamo scegliere e, proprio perché è la parte più bella, è anche quella più complicata. 

Keypoint: Potendo scegliere, scegliamo l’equilibrio.

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