#61. CENTRALE NUCLEARE DI JURAGUA
Nel 1976, i comunisti cubani e quelli dell’ex Unione Sovietica firmarono un accordo per la realizzazione della centrale nucleare d Juragua. La costruzione dei primi due reattori iniziò nel 1983, con il preciso obiettivo di rendere operativa la centrale entro i 10 anni successivi.
Purtroppo, qualche anno dopo, prima del completamente, l’URSS crollò a causa del processo di disgregazione che coinvolse il sistema politico, economico e la struttura sociale sovietica, compreso tra il 19 gennaio 1990 e il 26 dicembre 1991, data ufficiale della scomparsa dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Il fondamentale flusso di finanziamenti sovietici cessò, 300 tecnici russi rientrarono da Cuba e il governo centro americano fu costretto a sospendere la costruzione di quel agognato quanto indispensabile (ai tempi) impianto.
In assenza di combustibili nucleari e con i componenti primari ancora mancanti, la centrale rimase nel limbo per altri 10 anni. Nel dicembre dell’anno 2000 il presidente russo, Vladimr Putin visitò Cuba e, proprio in quell’occasione, offrì a Fidel Castro un tardivo finanziamento di 800 milioni di dollari per completare il primo reattore. Malgrado Cuba dipendesse dalle importazioni di petrolio per il suo approvvigionamento energetico, Castro rifiutò l’offerta e il progetto venne abbandonato ufficialmente l’anno seguente.
La centrale di Juragua, mai terminata, è una gigantesca struttura in cemento sormontata da una cupola situata lungo la costa dell’isola caraibica, dall’altra parte della baia, presso la città di Cienfuegos.
“Paradiso” per gli esploratori urbani, l’ingresso è, nemmeno a dirlo, severamente vietato, ma questo divieto non ha certo tenuto lontani curiosi, ricercatori, urbexer e…malintenzionati.