#47. AMA E FA’ CIO’ CHE VUOI
“Sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il Bene”
“Ama e fai ciò che vuoi” è una delle frasi più celebri di sant’Agostino. Semplice, forte, ma facilmente equivocabile. Agostino la pronunciò durante una delle sue dieci omelie a commento della I lettera di san Giovanni. Quella in cui Dio viene definito come “Amore”. Ora, al di là della religione che non è argomento dell’articolo, vorrei che ci si concentrasse sul concetto di amore e, in particolare di “fare” per e con amore.
Dio, in questo caso è da considerarsi sia Logos che Amore. Ma cosa significa Amore per Agostino? Ciò che è divino è estremamente semplice – non spiegabile – ma facile. E’ divino, è così. Le cose si complicano quando ci sono di mezzo quando dobbiamo avere a che fare con sistemi pieni di limiti e poco consapevoli: gli uomini. Amore non è sinonimo di sentimentalismo, di capriccio, di smanceria, non è una questione di forma, ma di sostanza. Non ha a che fare con il gusto personale, con il qualunquismo…amare è una cosa seria!
Rileggiamo BENE l’intera frase di sant’Agostino: “Una volta per tutte dunque ti viene imposto un breve precetto: ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene”.
Per quanto si possa essere confusi, si percepisce bene di cosa stiamo parlando. Tacere per amore e parlare per amore. Basterebbe questo, per rivedere e rivalutare completamente tanti nostri discorsi. Quante volte diciamo il vero, spesso forzato, senza amore?
Non lo facciamo solo perché arrabbiati, offesi…no. Spesso siamo portatori forzati di verità perché siamo superbi. Non parliamo con il cuore in mano, ma per affermare – spesso con violenza – noi stessi, e non la verità di cui ci facciamo portatori. Quante volte non riusciamo a morderci la lingua, e crediamo di essere giustificati, perché “è giusto dire le cose come stanno”? Dietro a questa frase nascondiamo, in realtà, crudeltà, insensibilità, ego. Le peggio guerre.
Quante volte una certa verità non è altro che una ghiotta opportunità per toglierci un sassolino dalla scarpa? Quante volte abbiamo sentito parlare male di qualcuno – dietro ad una verità, certo – solo per mettere in luce noi stessi?
In questa frase Sant’Agostino è chiaro: ogni verità deve essere licenziata per amore e con amore. Benché non usi mai la parola “verità”, Agostino parla di amore e di verità insieme. Parla di parole e di correzione, sottolineando l’amore, trovando alla fine della frase l’invito al perdono. Perdono che diventa comprensione, ma questa è un’altra storia.
Keypoint: essere sinceri è una cosa, essere stronzi è un’altra. C’è una bella differenza.