#36. DISTRUGGI IL TUO LAVORO
Se qualcosa non funziona si elimina e si ricomincia da qualcos’altro. Senza perdere tempo.
Troppe volte sviluppiamo un attaccamento emotivo eccessivo, quasi morboso, ai progetti per cui abbiamo speso fatica ed energia; ciò a cui stiamo lavorando diventa così prezioso da diventare come una pianta che abbiamo nutrito ed accudito.
Tuttavia, più cerchiamo di salvare un progetto ormai logoro e più questo appare artificioso e poco spontaneo.
Passare a qualcosa di più produttivo (compreso un momento di pausa) non è un fallimento ma una decisione saggia. Inutile sbattere la testa contro un muro che prima di venire giù ce la romperà. E’ una questione di controllo: dobbiamo assumere il governo della situazione prima che lei si faccia beffe di noi. O ci annoi.
I costruttivisti russi degli anni venti del Novecento, infransero la gerarchia della composizione classica per creare una geometria instabile con forme decomposte e “caotiche”. Una destabilizzazione della purezza formale che partiva dal disfacimento dell’architettura rigorosa e, a tratti, pesantemente noiosa.
Francis Bacon usava distruggere i dipinti di cui non era soddisfatto. Era così spietato con se stesso che, dei primi anni di carriera, rimasero in “vita” poco più di una dozzina di opere, e anche negli ultimi anni di vita continuò a squarciare tutte le tele che scartava.
Bacon, oltre ad essere ottimo con le uova, sapeva perfettamente che più lavorava ad un quadro e più sarebbe risultato indigesto e vanaglorioso.
Keypoint: non fissiamoci su un progetto; se sposiamo un’idea rischieremo di non vedere mai i pregi di una alternativa.