#320. LA VITA E’ COME UN PIATTO DI LASAGNE…ANCHE VEGETALI
Non ho mai avuto grandi aiuti. Famiglia modesta, abbastanza amorevole che mi ha dato quello che poteva, senza esagerare. Le lasagne non mancavano, certo, ma nessuna conoscenza, nessuna spintarella, nessuna scorciatoia. Nulla. Una situazione comune a molti: non mancava quasi nulla, ma per tanti anni quel quasi è stato motivo di grande orgoglio. Pensavo che certe mancanze potessero essere dei veri drammi, ma non era così.
Quando andai in Yemen trovai un “disagio” decisamente maggiore: la guerra. E non l’avevo mai vista prima. Si trattava della guerra civile del 1994 tra i sostenitori degli stati dell’ex Yemen del Nord contro quelli del sud.
Avevo 20 anni, e lo scotto di non aver ancora avuto una stanza mia nella casa dove vivevo con i miei genitori, dopo tutto, non era poi una gran sfortuna. Avevo una casa, avevo il bagno, avevo il letto. Potevo studiare e vedere gli amici. Dormivo in sala è vero, certo non era il massimo, ma poi di lì a poco le cose sarebbero cambiate. Acquistammo una casa più grande e io ebbi la mia stanza…5 anni dopo dormivo nel mio ufficio. 🙂
Ero con mio padre e mia madre. Mio padre era lì per lavoro e io e mia madre partimmo qualche mese dopo per raggiungerlo. Rimanemmo qualche mese. Grazie alla conoscenza dell’arabo di mio padre e all’autista aziendale Serge, diventato poi mio grande amico, siamo riusciti a muoverci senza troppi intoppi, ma qualche momento di difficoltà lo abbiamo avuto.
Quello stato così amato da Moravia e fonte di ispirazione per scrittori, era ed è in un costante stato di tensione politica. Era pericoloso. Ma ci siamo salvati. 🙂 Rientrammo passando per l’Egitto, dove ricordo ancora di aver mangiato una delle migliori lasagne della mia vita…il che risulta piuttosto bizzarro.
Se guardiamo solo con gli occhi non riusciremo mai a “sentire”. Continueremo a vedere magri, grassi e qualche colore. Nulla di più.
In realtà sono diventato astemio a causa di un coma etilico. Ma questa è un’altra storia che, magari, vi racconterò un’altra volta.
Keypoint: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che vivi.