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#288. MA I CURRICULUM SERVONO ANCORA? 

In realtà credo che la domanda da porsi sia se i famigerati curriculum abbiano proprio senso. “Ma come!? Certo, sono fondamentali…io ho trovato lavoro mandando il mio CV!” Sono certo che diverse persone abbiano trovato il lavoro che stanno svolgendo o che, nella loro storia professionale, abbiano trovato una qualche mansione attraverso il classico invio del proprio curriculum, ma mi sono fatto l’idea che non siano poi così tanti…”E come fai a dirlo?” Ah, non lo dico io, lo dicono i responsabili della ricerca del personale. 

Il curriculum non è morto, ma sta agonizzando. E’ uno strumento di #personalstorytelling (come dicono gli esperti di comunicazione) che va integrato con tutto il nostro mondo digitale e, soprattutto, con le reti che possiamo tessere e abbiamo tessuto offline. Il CV, come mero elenco cronologico delle proprie attività è, come direbbe il rag. Ugo Fantozzi: una cagata pazzesca.

La biografia umana è troppo complessa – e a tratti noiosa – per farsi costringere in una pallosa sequenza di tappe delle quali possiamo raccontare le meglio cose, mai accadute. In molti casi umilia talento e capacità, rendendo la selezione da parte di sedicenti recruiter superficiale e al limite dell’offensivo.

La nostra “storia” dobbiamo raccontarla – e interpretarla – come un film, una novella di eventi non lineari che si intrecciano e che vanno evidenziati. Non è possibile leggere una sequenza di date cronologiche, che partono dalle elementari fino a quello che abbiamo mangiato il giorno prima. Chissenefrega! 

Un articolo di un anno fa comparso su Il Sole 24Ore, iniziava con questo incipit: “State cercando un nuovo lavoro. Siete proprio sicuri che la prima mossa da fare per candidarsi sia mandare il curriculum vitae, come fanno tutti? «In qualche caso, potremmo essere molto più efficaci nel candidarci o nel presentarci senza allegare il cv», consiglia Lorenzo Cavalieri nel primo video della nuova serie delle« Pillole di carriera» di Job24 , che è proprio dedicata alla rivisitazione del curriculum vitae. Si tratta di suggerimenti originali rispetto alle teorie classiche dell’orientamento, e a volte anche un po’ spiazzanti, come sanno coloro che hanno già seguito i suoi mini-corsi video sul canale lavoro del «Sole 24Ore».

In particolare in Italia, dove il tessuto industriale, economico e professionale è costituito per lo più da piccole e micro imprese (già quelle medie si contano…) cercano persone con le quali lavorare a stretto contatto. Gli imprenditori e i direttori d’azienda devono – e vogliono – lavorare con pochissimi collaboratori e lo devono fare a strettissimo contatto. Aziende e piccole ditte NON cercano un titolo di studio né un curriculum, ma una persona in grado di aiutare sul lavoro e collaborare.

In una situazione simile non possiamo meravigliarci se, in gioco, entrano fattori di compatibilità personale prima che di competenze professionali. Da qui l’annoso problema del lavoro dato all’amico dell’amico, al cugino, al parente, a colui che, quel giorno, ci fece quel favore. Ma è normale.

Fra un po’ i CV saranno video: immediati, dirompenti, tagliati ad hoc. Vincerà chi si presenta meglio su un monitor perché di leggere non ne ha più voglia nessuno. 

Keypoint: costruiamoci reti di contatti…valgono molto di più di un freddo (e noioso) curriculum. 

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