SOCIETÀ

#25. COMUNITÀ VS SOCIETÀ

Il sociologo Ferdinand Tönnies fu tra i primi ad analizzare le diverse forme di organizzazione sociale. Mise a confronto la comunità, intesa come piccolo agglomerato, e la società di ampia scala, da cercare nelle grandi metropoli. Lo scrisse nel suo più celebre libro “Gemeinschaft und Gesellschaft “, uno studio della contrapposizione tra una collettività comunitaria di piccole dimensioni (Gemeinschaft) e una grande società globale (Gesellschaft). 

Siamo alla fine del XIX secolo e, insieme a Tönnies, sono tanti i pensatori, i filosofi e i sociologi, che rivolgono i loro studi e la loro attenzione alle implicazioni sociali della modernità e della contemporaneità, in particolare si concentrano su quello che è stato lo sviluppo della società industriale di stampo capitalistico. 

E’ proprio Tönnies che identifica nella sua opera il fattore discriminante fra le tradizionali comunità rurali e la società industriale. Le prime si fondano sui legami della famiglia, di piccoli gruppi che condividono obiettivi, folklore e credenze storiche radicate. Le interazioni all’interno della piccole comunità si basano sulla fiducia, sulla cooperazione e su una ristretta rete di contatti. 

Nella società sviluppatasi su larga scala – i più moderi agglomerati urbani – i legami tipici della comunità, si sono andati via via sgretolando, lasciando spazio ad un individualismo baluardo dello status di “volontà personale“. Lavoro, mi sposto, ho un ruolo, guido, appartengo…ergo, esisto. 

I rapporti in queste “organizzazioni” sociali risultano più impersonali e superficiali, basandosi spesso sull’interesse personale o – nel migliore dei casi – di una piccolissima cerchia di persone: la famiglia, il proprio gruppo di lavoro, la squadra sportiva. Nella società moderna viene a mancare il pilastro di mutuo soccorso comunitario che, nelle piccole realtà, è alla base del concetto stesso di aggregazione. 

Sembrano essere due le motivazioni alla base di ognuna delle nostre azioni: la volontà naturale alla cooperazione e la volontà razionale dedicata ad un fine specifico. La prima risulta la volontà alla base della comunità: si tratta della necessità di agire a beneficio della collettività, vuoi per consuetudine, per istinto, o per obbligo morale. Il secondo proposito, invece, ci spinge ad agire in maniera meramente razionale, al fine di conseguire uno scopo ben preciso e premeditato.

E’ la volontà che ha sempre guidato le decisioni all’interno delle grandi organizzazioni, in particolare in campo imprenditoriale. Ora la tendenza sta cominciando a cambiare e, anche all’interno delle grandi Corporation, vi è un’attenzione al mondo emotivo ed empatico. La strada è ancora lunga e il paradigma educativo necessita di cambiamenti strutturali fin dai primi anni di scolarizzazione, ma stiamo facendo grandi progressi.

Non ho un giudizio nei confronti di una o dell’altra “modalità sociale“, credo che una buona dose di equilibrio tra volontà individuale e attenzione alla propria comunità sia fondamentale per la buona riuscita dei rapporti.

Keypoint: in ogni tribù gli individui hanno un ruolo, troviamo il nostro e rendiamolo utile all’intera tribù. 🙂 

 

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