#243. OPPRESSORI DIGITALI?
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo scrisse questa poesia durante la seconda guerra mondiale ed esprime con forza e rabbia tutto l’odio nei confronti degli oppressori nazisti. Chi sono, oggi, i nuovi oppressori?
Keypoint: l’arte ci salverà.