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#206. DIPENDENZA DA CELLULARE?

Recenti ricerche, condotte da diverse università, organi indipendenti e associazioni mediche, hanno portato sociologi, psicologi e antropologi a pensare che, una delle droghe moderne più potenti sia il cellulare. La dipendenza da telefono cellulare non è una malattia riconosciuta, eppure può essere tra le più pericolose: l’abuso nel suo utilizzo può portare anche all’apatia e alla depressione, per non parlare di alcune patologie che coinvolgono l’apparato muscolo scheletrico. Stiamo vieppiù assumendo posture scorrette che, a lungo andare, possono creare scompensi alla colonna vertebrale, al collo, alla braccia e alla postura in generale. 

Sono stati individuati otto segni della dipendenza da cellulare con alcuni suggerimenti su cosa è possibile fare a riguardo.

SINTOMI DA  ASTINENZA: A nessuno piace dimenticare il cellulare a casa tuttavia, se si presentano sintomi come irrequietezza, ansia o stati d’animo depressivi perché non abbiamo lo smartphone a portata di mano, ci sono buone probabilità che qualcosa non quadri. 

IL NOSTRO CORPO NON “COLLABORA”: A causa dell’assuefazione da cellulare, i sintomi da dipendenza possono diventare permanenti. Si presentano sotto diverse forme, come difficoltà nella concentrazione, stanchezza, frequenti dimenticanze e distrazioni, disordini dell’apprendimento (sopratutto nelle persone più giovani) e prestazioni psico-fisiche alterate. Uno dei motivi, tra i tanti altri, è l’utilizzo del cellulare poco prima di andare a dormire, magari direttamente a letto. Spesso l’ultimo gesto – così come il primo alla mattina – che facciamo alla sera, è quello di appoggiare sul comodino il nostro telefono. Tipici comportamenti che, a lungo andare, possono portare a disturbi del sonno anche importanti.

IL CELLULARE E’ UN PROBLEM SOLVER: L’aiuto che ci può dare il cellulare ogni giorno è indiscutibile, imprescindibile e, senza esitazione, possiamo fare tutti insieme una standing ovation, ma nel momento in cui diventa il nostro “rifugio” dalle difficoltà , allora abbiamo un problema. Le persone usano droga e alcool per sopperire a stati depressivi, momenti difficili e superare le ansie. Non appena il nostro smartphone adempie in toto a questa funzione, e lo fa a lungo termine, ecco che abbiamo un forte indicatore sulla dipendenza da cellulare. 

COSCIENZA SPORCA: Ognuno di noi dovrebbe essere consapevole dell’uso che fa del suo cellulare. In cuor nostro sappiamo che a volte esageriamo e che capita di perdersi tra scroll, chat e raccolta informazioni. E’ normale, è tutto lì, a portata di dito, immediato. Questa consapevolezza, nella maggior parte dei casi (speriamo), ci porta ad avere un senso di colpa che aiuta ad accorgerci che stiamo esagerando. Ma può succedere che, nonostante sia palese la nostra dipendenza, tendiamo a nascondere questo comportamento, prima agli altri e poi a noi stessi; a quel punto abbiamo superato il confine. Ammettere di avere un problema è un passo importante verso la guarigione. 

TRASCURARE IMPORTANTI RESPONSABILITÀ QUOTIDIANE: Succede di procrastinare le faccende domestiche, o le attività di routine o di “dimenticare” di pranzare in modo da poter utilizzare lo smartphone più a lungo? Questo potrebbe essere il primo segno da prendere in considerazione. Se anche i bisogni primari come bere e mangiare vengono trascurati o, addirittura, saltati puntualmente, allora è il caso di intervenire al più presto! 

Risultati immagini per addicted social mediaSCARSO INTERESSE PER ALTRE ATTIVITÀ: Correre, andare in bicicletta, scattare fotografie, pranzare in un luogo affascinante, dipingere e chi più ne ha più ne metta, sono tutte attività che ci danno grande gioia e, se fatte con parsimonia (e magari qualità), la loro condivisione è piacevole, stimolante e giocosa, sia per chi condivide sia per chi osserva. Ma nel momento in cui tutto questo è finalizzato solo ed esclusivamente per mostrare agli altri e preferiamo, anziché avere un’esperienza totalmente immersiva nei nostri hobby o con i nostri amici, giochicchiare con il cellulare, questo è decisamente un segno preoccupante. 

LIMITIAMO I CONTATTI A QUELLI VIRTUALI: Il cellulare avvicina le persone, lontane però! Se abitiamo a 10 km di distanza, verrebbe più naturale incontrarsi. Se siamo disposti a chattare per ore o a mandarci eterni messaggi vocali (ma a quel punto chiamatevi cazzo!) con una persona, allora abbiamo anche la possibilità di incontrarla in un bar a prendere qualcosa da bere e, magari, incontrare anche altre persone…vere.

GLI SFORZI PER USARE MENO IL CELLULARE FALLISCONO: Lo so, tutti prima o poi ci abbiamo provato. “Basta! Da oggi cambia tutto, non posso essere legata/o a questo aggeggio, voglio essere libera/o…ma se mi chiama, e se mia madre ha bisogno? E se mi chiama il capo? Ah ma come faccio, se resto a piedi con l’auto?” Tutti timori sacrosanti, ma sono scuse. Se davvero fossero queste – come altre – le motivazioni, non avremmo nulla di cui temere: non rischieremmo la nostra e l’altrui vita per rispondere all’amica o all’amico sull’ora dello spritz; non faremmo foto ad ogni gatto/cane/pizza/spaghetti/mandolino. No. Useremmo il cellulare solo per quelle attività così importanti che non ci permettono di tenerlo lontano mezza giornata. Se siamo davvero dipendenti non sarà facile stare lontani dal nostro cellulare, gli stati di ansia potrebbero diventare davvero insopportabili ma, se così fosse, meglio farsi aiutare da uno specialista. No, non è ironico. 

COME SUPERARE LA DIPENDENZA DA CELLULARE?

Non sono avvezzo nel dare consigli, tanto meno su questioni così importanti, ma posso condividere alcune best practice che potrebbero essere un buon punto di partenza. 

  • Se siamo consapevoli del problema, la prima cosa da fare è informare qualcuno di questa possibile dipendenza e chiedere aiuto, possibilmente a qualcuno del quale abbiamo fiducia. Non è detto che sia il caso di chiedere il consulto di uno specialista, anche una persona che riteniamo equilibrata può aiutarci in modo concreto. 
  • Cercare informazioni su un libro e leggere sulla carta è un ottimo sistema per appoggiare lo smartphone. 
  • Una volta a settimana cercare di restare “offline” e, se possibile, provare a spegnere il cellulare un paio di ore al giorno. Un allenamento. 
  • Cercare di NON fotografo qualsiasi cosa ci sembra interessante e, soprattutto, non pubblicarlo on line. Ancora più efficace, ma molto più complesso, è NON fotografare qualcosa che riteniamo interessante. Godiamocelo e basta. 
  • Ogni tanto cerco di dimenticare il cellulare. Se devo fare delle uscite veloci, provo a non portare con me il telefono…all’inizio sarà sempre “proprio oggi che mi serviva!” Non è vero, stiamo mentendo a noi stessi. 🙂 
  • Non controllo il cellulare appena mi sveglio…NON è vero…ma ci sto lavorando. Voi non fatelo!
  • Non imposto la password automatica e ogni volta la devo digitare. Questo è uno stratagemma straordinario ma è anche quello più complesso da mettere in atto.
  • Non usare il cellulare a letto…”si ma io uso la sveglia!” Hai comprato le peggio cose dai cinesi, non prendiamoci per il culo, vai a comprare una di quelle svegliette che hanno anche la radio, il cd, il lettore MP3, la stazione metereologica e imposta quella! Il cellulare deve stare lontano la notte.
  • Quando mi devo concentrare utilizzo una app molto efficace (che esiste anche per PC) e che permette, previa impostazione, di non usare connettività, se non a fronte del suo riavvio…forte eh? Un’ottima app per sistemi iOS si chiama Moment e la trovi qui. Per Android una delle più usate e funzionali è sicuramente QualityTime che trovi qui.
  • Scrivere a mano libera mi aiuta tantissimo ad allontanarmi dallo smartphone. Certo avere tutto sul proprio smartphone è utilissimo, ma scrivere a mano è un toccasana. Però, visto che sono un maledetto tecnologo smartworker, ho unito le due cose e utilizzo un sistema di smartwriting che permette di scrivere a mano libera, ma mi da la possibilità di salvare i blocchi anche su cellulare. Ci sono vari sistemi sul mercato, quello che utilizzo io è quello prodotto dalla Moleskine; nel caso non lo conosca qui puoi vederne il funzionamento. 
  • Gioco con mio figlio e invento mondi (si può fare anche senza figli ovviamente)
  • Provare con il sesso…aiuta. 

Keypoint: scappo che devo chattare, ciao! 

 

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