meditazione

#160. MEDITAZIONE 4.0

In occidente la meditazione, eccezion fatta per l’ambito religioso, è sempre stata una pratica trascurata, quasi snobbata; ma da qualche tempo è stata riscoperta, seppur con connotati diversi da quella originale, in maniera diffusa anche alle nostre latitudini. Nonostante una buona parte del mainstream informativo continui a guardare con una punta di sospetto questa pratica, possiamo dire che negli ultimi dieci anni sia stata ampiamente sdoganata e, perché no, per qualcuno assimilata nel suo quotidiano. Trova però diversi punti di lontananza rispetto alla meditazione originale. 

La vera meditazione è una tecnica, antica e al contempo attuale, per ritrovare la pace interiore, la sintonia tra mente, corpo e spirito. Attraverso la pratica della meditazione è possibile scavare nel nostro intimo più profondo e scoprire la nostra identità più vera e concreta. E’ possibile riconoscere bisogni nascosti, far riaffiorare le nostre potenzialità sopite e ancora sconosciute. 
La meditazione è fatta di esercizio, metodo ed essenzialità: tutto inizia dalla consapevolezza del proprio respiro, ascoltandolo. Un ascolto che porta ad una presa di coscienza chiara ed essenziale, quella con noi stessi, le nostre forze e le nostre debolezze. 

“Qui non si tratta di imporre un punto di vista, ma di comunicare un metodo di cui ognuno si avvarrà a suo piacere come uno strumento.” 

Questa è una delle frasi più abusate di Goethe ma che, in qualche modo, spiega gli intenti della meditazione e dei maestri che la divulgano.

In molti ospedali la meditazione è parte della cura per molti pazienti. La meditazione, così come altre cure non sostituiscono la medicina tradizionale ma, anzi, ne diventa una perfetta alleata per il benessere dei malati. Già nel 2013, nell’importante ospedale Bellaria di Bologna, eccellenza per la cura di diverse patologie, per la prima volta in Italia, prese il via la pratica meditativa Tong Len  su un gruppo di 80 pazienti del reparto di oncologia. Sono passati cinque anni e la pratica si è consolidata rendendo il percorso delle persone (operatori e pazienti) più consapevole, migliorando in maniera sensibile il quotidiano.  La meditazione, in particolare quella insegnata in modo adeguato si è rilevata efficace soprattutto dal punto di vista psicologico, riguardo tutte quelle patologie che provocano un cambiamento importante nelle abitudini di vita. 

Difficile pensare che una pratica così antica e legata alla mente e all’etereo possa avere a che fare con internet, invece…come qualsiasi altra cosa, anche la meditazione può passare attraverso il web e con grandi risultati. Ci sono diversi siti che insegnano la pratica Zen, la meditazione e la cultura del Sé che hanno un successo straordinario, ricchi di testimonianze  – più o meno credibili – di persone “guarite” attraverso le tecniche apprese on line. In tutta sincerità non so quanto la Meditazione possa trovare un veicolo efficace nella grande rete, ma sicuramente ha aiutato la sua diffusione. 

Anche nel mondo del lavoro la meditazione e in particolare le pratiche Zen trovano terreno fertile: in particolare ad alti livelli manageriali, dove lo stress è all’ordine del giorno, coach e maestri si stanno quasi sostituendo alle segretarie. Insomma, che lo si accetti o meno, la meditazione è parte integrante del nostro quotidiano e sarà sempre più diffusa. Chiaro è che, come ogni pratica a noi lontana, va presa con pacatezza, senza esagerazioni e ricordando sempre che abbracciare culture, usi e costumi altrui è sì un arricchimento, ma va ben equilibrato con ciò che siamo e con quello che la nostra storia e le nostre abitudini ci hanno reso ciò che siamo. In fondo la base della meditazione è proprio l’equilibrio.  

Magari ti sarai chiesto – o forse no – se io faccia uso della meditazione, visto che ne parlo; in realtà no. Ho provato e mi sono creato, come molti, un mio approccio molto occidentale, ma è ben lontana da quella che è la vera pratica orientale. 🙂 

Keypointalla base della meditazione vi è l’equilibrio. Equilibrio tra oriente ed occidente, tra frenesia e pace, tra fare e non fare, tra pensare e lasciarsi andare. 

  

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