#154. LA FOTOGRAFIA “SOCIAL”
“La fotografia social è il male. I social media sono il diavolo e stanno uccidendo l’arte della fotografia!”
Scommetto che questa frase l’hai già sentita… 🙂 Ma questo non è uno di quegli articoli che ricordano l’era pre-Instagram e pre-facebook. Non è uno di quegli articoli antichi, dal retrogusto “Amarcord“. Amo la rete, credo negli strumenti digitali e nei social media e so quanto possono essere utili a promuovere un sito di fotografia, un portfolio, un progetto, il proprio talento.
Tuttavia, dobbiamo ammettere che un pizzico di verità in quelle dichiarazioni apocalittiche, lo possiamo trovare. I social media sono un’arma a doppio taglio che potrebbe danneggiare il lavoro tanto quanto può supportarlo e promuoverlo. Oltre alla violazione del copyright, uno dei principali fattori di rischio sui social media sta inconsapevolmente – ma non troppo – limitando la creatività in base a ciò che si vede online. Siamo talmente bombardati che, anche i più smaliziati e robusti da un punto di vista della visione, cadono nel copiare qualcun altro. Può sembrare folle, considerando quanto lavoro ci sia nel creare belle fotografie, ma succede molto più spesso di quanto sembri, e non sempre ce ne rendiamo conto. Farsi influenzare è fondamentale e, a tratti, anche copiare chi ci ha preceduto ma, ad un certo punto, è doveroso seguire il proprio istinto, creandosi un linguaggio personale e unico. Quindi, dov’è esattamente la linea che separa i benefici dalle insidie dei canali social?
Un breve decalogo delle attività che dovremmo assolutamente fare e altre che non dovremmo MAI fare, per ottenere il massimo dai social media senza compromettere il nostro lavoro
FARE: massimizzare la nostra esposizione
Condividere le proprie foto sui social media è un modo fantastico per aumentare il numero di persone che vedono il nostro lavoro. Con il semplice tocco di un dito, possiamo mettere un’immagine davanti a milioni di spettatori. Per raggiungere una maggiore esposizione è necessario organizzare la propria presenza su queste reti pubblicando regolarmente e mantenendo standard di alta qualità. Potremmo voler pianificare in anticipo i nostri post per evitare di dimenticarci o di condividere contenuti di cui non siamo completamente soddisfatti. Inoltre proviamo a postare in giorni e orari diversi per scoprire quando un potenziale pubblico è più attivo e quando, invece, risulta più “distratto”. Molti sono gli strumenti che possiamo utilizzare per monitorare le nostre attività social: HootSuite, Buffer, QuickSprout, Google Analytics, SocialMention, TwitterBeep e chi più ne ha più ne metta.
FARE: parlare con il nostro “pubblico”
Anche se può sembrare (e lo è…) antipatico, è chiaro che ognuno di noi ha un suo bacino di ascolto. Un pubblico, più o meno folto e che, se siamo interessati a fidelizzare ed aumentare per qualsivoglia motivo, va curato, coccolato e ascoltato. Una delle maggiori opportunità offerte dai canali social è la capacità di comunicare con il pubblico. Parlare con chi ci segue ci aiuterà a costruire una community (anche piccola) attorno al nostro lavoro: esporrà la nostre fotografie, le criticherà, le elogerà e le condividerà ad un pubblico ancora più ampio. Inoltre, una comunità entusiasta, giocherà un ruolo importante nel successo dei nostri sforzi commerciali, specialmente se è qualcosa che può essere apprezzato in tutto il mondo come vendere le proprie foto o i propri servizi online, che siano matrimoni, corsi o webinar.
FARE: indirizza il traffico verso il portfolio online
Idealmente, ogni singola persona che vede il nostro lavoro sui canali social dovrebbe finire sul nostro sito. Quindi, OBBLIGATORIO, avere un sito, anche gratuito per iniziare – ma SOLO per iniziare mi raccomando! – Più visitatori, specialmente quelli che sono già interessati al nostro lavoro, porteranno più traffico, migliori risultati SEO e, in definitiva, clienti. Questo è il motivo per cui è così importante collegare tutti i nostri account social al portfolio e al sito. Diventate creativi! Un ottimo modo per attirare traffico verso il tuo proprio sito web dalle piattaforme di social media è la creazione di un blog fotografico e l’utilizzo di snippet dai nostri post: didascalie, racconti brevissimi o frasi ad hoc che descrivano al meglio le immagini o la nostra visione.
FARE: costruire il proprio marchio
Quando si tratta della propria presenza online, dovremmo considerarci un marchio, un piccolo brand, piuttosto che un “semplice” artista. Cosa comporta? Prima di tutto il cosiddetto NAP (name, address, phone) Nome, Indirizzo e telefono, e ci aggiungerei anche una mail e uno skype (che non fanno mai male :)). Usando lo stesso nome, indirizzo e numero di telefono su tutti i canali social e sul Web, ci assicureremo coerenza logica e digitale: le persone ci raggiungeranno più facilmente e miglioriamo il posizionamento local-SEO. Ciò può aiutarci ad ottenere un posizionamento migliore sui motori di ricerca, il che probabilmente porterà a più visitatori e potenziali clienti.
FARE: facciamoci ispirare
Contrariamente alla credenza popolare, i social media non riguardano solo “me, me, me…io, io, io“. Con così tanti fotografi di talento che condividono il loro lavoro su queste piattaforme, sarebbe un peccato non imparare da loro. Dedicare del tempo per vedere cosa fanno gli altri, scoprire nuove tecniche e luoghi, parlare con loro per capire il loro processo di lavoro e leggere le loro esperienze; assorbire quante più conoscenze e abilità possibili. A questo serve la rete. E gli altri.
NON FARE: cambiare il proprio stile
Alcuni generi di fotografia semplicemente funzionano meglio di altri sui social media. Ad esempio, è probabile che un tramonto catturato da un drone ottenga molto più coinvolgimento di un ritratto. Su una scala più ampia, se guardiamo i fotografi più seguiti di Instagram, vedremo che quasi tutti si concentrano sulla fotografia di viaggio. Con una differenza così significativa nell’impegno, potremmo sentirci tentati di concentrarci solo sulla pubblicazione di quei tipi di foto che offrono, apparentemente, le prestazioni migliori. NO! Rimaniamo fedeli al tipo di lavoro che amiamo, anche se si traduce in un coinvolgimento inferiore. È la qualità delle interazioni che conta, non la quantità.
NON FARE: non snaturare
Proprio come succede con i generi, ci sono alcuni stili di fotografia che sono significativamente più popolari di altri. Pensiamo a quanti famosi fotografi usano le loro elaborazioni in sordina sulle loro fotografie, leggere desaturazioni, lievi sbiadite appena accennate. E lo stesso si può dire dei fotografi food e delle loro ciotole di frutta iper-sature, o dei fotografi still-life e delle loro luminose location bianche perlacee, fredde e razionali. Ad un certo punto, queste tecniche sono diventate così popolari che è praticamente impossibile distinguere quali immagini appartengono a quale fotografo. Non dico che l’uso di stili popolari sia negativo, anzi, c’è una ragione per cui funzionano così bene. Ma dobbiamo ricordare di concentrarci sullo sviluppo del nostro stile unico, invece di diluire la nostra creatività per adattare il lavoro ai trend del momento, con l’unica intenzione di far crescere la nostra popolarità sui social network.
NON FARE: essere ossessionati dai numeri
Molti lo sanno e, se non lo sanno, se ne stanno rendendo conto: il nostro cervello viene influenzato dai social network come solo i farmaci riescono a fare. Quando a qualcuno piace una delle nostre foto, il nostro cervello produce dopamina, comunemente nota come ormone del piacere. Questa corsa alla felicità può diventare rapidamente avvincente, stimolate e avere un effetto diretto sul nostro lavoro e la nostra volontà. Ma il rischio frustrazione è davvero altissimo. Si contano sindromi depressive dovute ai social network in continuo aumento. Pur avendo buone ambizioni, ricordiamo sempre che i numeri sono solo numeri e non rappresentano il valore del nostro lavoro.
NON FARE: spendere tutto il nostro tempo online
Sai qual è l’unica cosa più importante dell’ottenere un’esposizione per il nostro lavoro? Creare quel lavoro. Dobbiamo dedicare una quantità ragionevole di tempo a sviluppare e curare la nostra presenza online, ma la maggior parte delle nostre ore dovrebbe essere dedicata alla pianificazione, allo scatto, all’elaborazione delle immagini, nonché all’apprendimento continuo di nuove tecniche e tendenze.
NON FARE: smettere di godersi la fotografia
Alla base di questo articolo c’è l’idea di non lasciare mai che i social media influenzino il nostro amore per la fotografia (e qualsiasi altra arte e passione). Continuiamo a scattare immagini che ci rendono felici, che siano popolari o meno poco importa. Qualche volta proviamo a non postare foto, scegliamo con attenzione i nostri scatti. Spendiamo soldi per i corsi e, poi, per nuove attrezzature, invece di acquistare follower. Concentriamoci sulla creazione di contenuti di alta qualità, piuttosto che pubblicare qualsiasi cosa al fine di essere attivo e “popolare”.
Keypoint: se pensi/senti che i social media stanno iniziando ad avere un’influenza negativa sul tuo lavoro, fai un passo indietro e rifletti sul motivo per cui hai iniziato a fotografare. Lo fai per farti dire “Wow!! bellissima!” oppure perché godi nel preciso momento in cui premi il pulsante di scatto?