#145. MULTIPOTENZIALE DEL XXI SECOLO
“Trova quel che ami fare e non dovrai mai lavorare un solo giorno in vita tua.”
Il sogno di tutti, l’utopia di molti, la verità per pochi. Il mondo del lavoro sta cambiando, non così in fretta come vogliono farci credere, ma sta cambiando ed è un processo inesorabile, senza ritorno. Abbiamo già parlato di automazione e delle sue possibili ripercussioni sulla nostra vita. In questo contesto sempre più incerto e in continua trasformazione, si è sviluppata – prendendo sempre più piede – una figura trasversale: quella del multipotenziale.
Il multipotenziale, semplificando, è colui che si diletta in una pluralità di attività, anche molto diverse tra loro, e che gli creano reddito. Il concetto di lavoro non è più legato ad una singola occupazione che viene svolta per decine di anni, sempre nello stesso luogo di lavoro ma, piuttosto, è composta da un portfolio di carriera che permette al nostro multipotenziale di “districarsi” tra diverse professionalità. Avere tanti progetti e interessi non ci condanna ad essere dei distratti inconcludenti, anzi, spesso questa multi interdisciplinarità permette ai multipotenziali di allargare le proprie vedute e raccogliere a piene mani quelli che sono i processi di una certo mestiere per mutuarli su altri.
Questo modo di approcciare al lavoro – ma vale anche per le passioni – non è sempre visto di buon occhio. Fin dagli anni Settanta, quando è iniziato il boom americano del self-help e della dottrina del “sii imprenditore di te stesso” del “il successo è dentro di te” e del “se vuoi puoi farcela“, il concetto di multipotenzialità non era visto certo bene. Ogni libro e guru si concentravano fin dalle prime pagine sul concetto (non sempre errato) che per avere successo, per riuscire in qualcosa, era necessario concertarsi SOLO ed esclusivamente su quella specifica attività. Ancora oggi, con qualche aggiustatina, i concetti restano gli stessi e la religione del fai una cosa ma fatta bene, resta il must. Per il multipotenziale è diverso.
Il concetto di varietà è essenziale: per un multipotenziale sarebbe agghiacciante concentrarsi su un solo progetto. Avere un’attività professionale ben diversificata significa vivere una giornata fatta di occupazioni che garantiscono una certa combinazione di denaro e soddisfazione personale, passando da un progetto all’altro, ad un ritmo adeguato. Ogni multipotenziale ha un suo approccio: c’è chi ama impegnarsi su più progetti in contemporanea, e c’è chi preferisce concentrarsi su un progetto per poi passare a quello successivo. L’aspetto fondamentale è la VARIETÀ.
Chiaro è che questa varietà può esserci facendo lavori diversi, ma anche all’interno della stessa attività professionale è possibile trovare un livello di ricchezza interdisciplinare. Girare un cortometraggio è un’attività estremamente ricca di discipline: scrittura del soggetto, disegno delle scene, regia, fotografia e luci, montaggio, colonna sonora, distribuzione, pubblicità, marketing…insomma quasi tutta la filiera della realizzazione di un prodotto – in questo caso cinematografico – è nelle nostre mani. Per chi ha una mentalità multipotenziale, questo rappresenta ricchezza e varietà anche se, agli occhi profani di chi non conosce questo modello, può sembrare un solo progetto. I multipotenziali, in realtà, tendono ad approfondire moltissimo gli argomenti di loro interesse.
In un mondo sempre più concentrato sulla professionalità di settore, estremamente specializzato, il multipotenziale avrà, in molti campi, un suo spazio.
Keypoint: multipotenziale NON significa tuttologo, significa curioso.